Morti sul lavoro, Romano (M5s) a Fanpage: “Ora basta chiacchiere, serve una Procura specializzata”
Per il Presidente Mattarella la dignità è innanzitutto azzerare le morti sul lavoro, una piaga che sta colpendo da tempo il nostro Paese. Un'epidemia resa ancora più evidente dai numeri degli ultimi anni, che ha bisogno di risposte celeri e precise. Sono 1.221 le vittime sul lavoro nel 2021. Tre al giorno. Il senatore del Movimento 5 Stelle Iunio Valerio Romano, capogruppo in commissione Lavoro e vicepresidente della commissione d'inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, ha spiegato a Fanpage.it cosa si può fare, cosa si deve fare e soprattutto da dove si deve partire. Per evitare che le parole del capo dello Stato cadano ancora una volta nel vuoto.
Senatore Romano, il Presidente Mattarella durante il suo discorso di insediamento ha elencato tanti significati di dignità. Non le sarà sfuggito il primo menzionato: "Dignità è azzerare le morti sul lavoro, che feriscono la società e la coscienza di ciascuno di noi. Perché la sicurezza del lavoro, di ogni lavoratore, riguarda il valore che attribuiamo alla vita". Cosa ne pensa?
Mi ha colpito particolarmente questo passaggio e l’ho apprezzato veramente tanto, perché in un momento storico come quello che stiamo vivendo, in cui si viaggia al ritmo di tre morti sul lavoro al giorno, tutti quanti indistintamente dobbiamo porci una domanda. Sono morti che pesano sulla coscienza di ognuno di noi. La società non può far finta di nulla. La cosa che mi lascia più perplesso è che per tanto tempo abbiamo dato quasi per scontata l’esistenza di un rischio intrinseco nell'attività lavorativa, come se fosse solo fatalità. Come se non si potesse e dovesse fare tutto il possibile per rendere prossimo allo zero questo rischio. Tornando alle parole di Mattarella: da un lato sono un monito, dall’altro un'indicazione al Parlamento e al governo per l'ultimo scorcio di legislatura. Sono amareggiato per il fatto che molto spesso su questi drammi si fanno un po’ di chiacchiere, il comunicato di routine di cordoglio e vicinanza. Poi, molto genericamente, si dice che il Parlamento e la politica faranno.
I numeri, però, sono veramente impressionanti. Sono 1.221 i morti sul lavoro nel 2021, come diceva lei praticamente tre al giorno…
Ora i media hanno accesso i loro fari sulla questione, ma non è che negli anni passati i numeri fossero diversi. Sicuramente bisogna rendere i controlli più efficaci, così come la politica delle sanzioni. Non devono avere solo una finalità punitiva, ma anche rieducativa. Manca, però, una cultura della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. E in generale anche una cultura della legalità, visto che queste regole spesso vengono trattate come burocrazia e non come passaggi fondamentali per garantire tutela e sicurezza.
E quindi cosa bisogna fare?
La prevenzione, la formazione e l’addestramento non devono essere soltanto teorici, ma devono garantire realmente la tutela sostanziale dei lavoratori. È importantissimo già nelle scuole andare a gettare il seme della sicurezza e della legalità. Bisogna crescere con l’idea e la convinzione che l’attività lavorativa deve dare vita, non toglierla.
C'è qualcosa, però, che è cambiato nell'ultimo periodo? C'è un peggioramento ulteriore delle condizioni di lavoro?
Abbiamo constatato un proliferare di ditte o una riattivazione di attività ferme da anni, soprattutto nel campo delle costruzioni. Oggi per andare a inseguire gli incentivi nascono ditte come funghi con un semplice click sul sito della Camera di commercio, che poi, mordi e fuggi, sono destinate a chiudere in pochi mesi. Così non si può garantire la legalità. Così si presta il fianco a lavoro nero e sfruttamento, senza garantire la sicurezza dei lavoratori.
Il ministro Orlando ha proposto una stretta sul settore dell'edilizia, vincolando l'accesso al Superbonus solo a chi rispetta i contratti collettivi e le norme di sicurezza. Che ne pensa?
Si tratta di una proposta in primis nostra. Per garantire professionalità, organizzazione, per scongiurare fenomeni di sfruttamento e il venir meno delle tutele di salute e sicurezza sul lavoro devi rispettare la legge. Si può esportare il modello pubblico nel privato: per accedere agli appalti dovresti dare prova di applicare i contratti collettivi, qualificarti come impresa che opera in quell’ambito da un tot di anni e non come un’azienda nata 48 ore prima. Così si può intervenire a monte sulle cause.
C'è bisogno anche di più controlli però, no?
È chiaro che si interviene con i controlli, ma non siamo uno Stato di Polizia. Non puoi certo mettere gli ispettori del lavoro e la Guardia di Finanza dietro le porte di ogni azienda. Il controllo ha una finalità non solo punitiva, ma anche di aiuto e sostegno alle aziende che si devono muovere in un ginepraio di normative.
La sua proposta di legge per l'istituzione di una Procura nazionale del Lavoro ha completato l'iter in commissione, a che punto siamo?
Io ho messo la prima firma, ma c’è una condivisione bipartisan sulla proposta. La Superprocura, o la Procura del Lavoro, serve innanzitutto a livello preventivo, non solo quando i fatti sono già accaduti. Garantendo processi rapidi e giusti si può sconfiggere quel senso di impunità che genera e alimenta l'illegalità. Altrimenti uno pensa di farla franca. Oggi ci sono procure che si muovono in un modo e altre in un altro. Serve un pool di magistrati altamente specializzati che possano garantire un’azione coordinata e omogenea. Il rischio è che al danno dell’evento – infortunio o peggio ancora morte – si aggiunga la beffa di una giustizia che non arriva. Bisogna ricordare sempre che dietro ogni infortunio c’è un dramma di vita che condizionerà per sempre non soltanto chi lo subisce, ma anche la sua famiglia.
È importante anche la prevenzione però…
È fondamentale. Un'ottima idea potrebbe essere portare le testimonianze di coloro che hanno subito un infortunio. Perché spesso la formazione viene fatta in forma teorica, senza lasciare traccia. Devi toccarla con mano. Dal punto di vista emotivo l’esperienza portata da chi ha vissuto in prima persona la vicenda avrebbe un forte impatto educativo.