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Morti sul lavoro, Napolitano: fenomeno sempre inaccettabile

In un messaggio all’Anmil, Il Presidente della Repubblica della Repubblica sottolinea l’importanza di garantire ai lavoratori condizioni di sicurezza sul posto di lavoro e contributi per l’attività svolta. In questo modo, si va a fronteggiare anche il fenomeno delle morti bianche e quello del lavoro nero, che attanagliano l’Italia da tanto tempo.
A cura di Daniela Caruso
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ll presidente della Repubblica interviene per garantire ai lavoratori sicurezze e garanzie
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La sicurezza sul lavoro è un diritto sacrosanto per i lavoratori, i quali vanno tutelati con un salario decoroso, contribuiti e con sedi di lavoro che rispettino gli standard previsti dalla legge. Ma questo, come sappiamo, nella nostra Italia, molto spesso non avviene, soprattutto al Sud. La tragedia di Barletta dei giorni scorsi, ne è un esempio: in seguito al crollo della palazzina, situata a Via Roma, cinque operaie, pagate a quattro euro all’ora, hanno perso la vita nel laboratorio tessile in cui lavoravano. Maria Cinquepalmi di 14 anni, Matilde Doronzo di 32, Giovanna Sardaro 30 anni, Antonella Zaza di 36 anni e Tina Ceci di 37 anni, sono morte mentre svolgevano le proprie mansioni sottopagate, senza contribuzione e in un edificio che già da tempo dava segni di cedimento.

Non si può morire per lavoro: è ciò che pensa anche il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, per il quale “Anche in tempi di crisi non si possono ridurre gli investimenti per la prevenzione”, garantendo, così, “la piena osservanza di tutte le norme a garanzia della salute e dell'integrità dei lavoratori”. Queste le parole di Napolitano in un messaggio all’Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro. Il lavoro nero e le morti bianche non devono essere messi da parte, anche in un periodo di crisi come questo; pertanto bisogna assicurare ai lavoratori condizioni di lavoro sicure e ambienti che tengano conto delle leggi in materia di sicurezza. Per adempiere a tali scopi, secondo Fini, è indispensabile che tutte le istituzioni e le autorità competenti, ma anche gli stessi sindacati e i cittadini debbano impegnarsi per esigere informazione ma soprattutto prevenzione, affinché venga messa la parola “fine a questa emergenza sociale che ogni hanno vede piangere famiglie innocenti”.

Proprio oggi si celebra la 61esima giornata nazionale per le vittime sul lavoro: l’Anmil comunica che solo nel 2010 si sono avuti ben 775.374 incidenti sul posto di lavoro e 980 di essi sono stati mortali. Anche il lavoro irregolare è un aspetto da tenere sotto osservazione: infatti, il lavoro nero è una piaga che mette in ginocchio il paese, ma che continua a dilagare, in quanto non viene sempre denunciato. Le famiglie, infatti, hanno bisogno di soldi per andare avanti e per questo, nonostante le condizioni precarie in cui si va a lavorare, padri di famiglia ma anche mamme e figli preferiscono portare la pagnotta a casa, piuttosto che rimanere senza risorse. E la vita viene messa a repentaglio, ogni giorno.

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