Moody’s conferma rating dell’Italia e alza l’outlook, cosa significa e perché il governo Meloni esulta
L'agenzia di rating Moody's ha confermato il suo voto all'Italia: Baa3. Si tratta in pratica della sufficienza minima, in una scala che va da Aaa a C. Se il giudizio fosse sceso di un solo gradino, l'Italia sarebbe entrata nella categoria "junk", spazzatura. Sarebbe stato come se Moody's sconsigliasse a tutto il mondo di investire nei titoli di Stato italiani. Invece il rating è rimasto fisso, e in più c'è stato un passo avanti: l'outlook, che indica le prospettive per il futuro, è passato da "negativo" a "stabile".
Cosa vuol dire la decisione di Moody's sul rating dell'Italia
È un risultato buono per il governo Meloni. Nelle ultime settimane tutte le principali agenzie di rating (come Fitch e Standard & Poor's) hanno aggiornato le loro valutazioni sull'Italia, e nessuna le ha peggiorate, nonostante la situazione economica complicata. Da Moody's, che era l'ultima attesa, è anche arrivato un passo avanti nell'outlook, che era sceso a "negativo" nel 2022, dopo la caduta del governo Draghi.
Per questo nella tarda serata ieri il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti ha diffuso una nota esprimendo "molta soddisfazione", perché il giudizio dell'agenzia "conferma" che le politiche del governo sono "prudenti, responsabili e serie". Il vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini ha commentato: "Alla faccia dei gufi, l'Italia corre". Il sottosegretario Fazzolari ne ha approfittato per attaccare le opposizioni: "L'immagine dell'Italia torna vincente e credibile dopo i disastri dei governi Pd-M5s". Va ricordato che, comunque, il rating Baa3 è il peggiore tra quelli considerati positivi, e che un outlook stabile di per sé significa solamente che l'agenzia non si aspetta di doverlo abbassare nel prossimo futuro.
Perché il rating è rimasto stabile e quali sono i rischi per il futuro
A motivare la decisione di Moody's ci sono stati diversi elementi, e non tutti dipendono dal governo Meloni. Ad esempio, nelle ultime settimane l'inflazione è scesa e i tassi d'interesse si sono fermati, per decisione della Bce. Questo aiuta molto un'economia con il debito pubblico alto come quella italiana. In caso contrario, ci sarebbe il rischio (se l'Italia non riesce a essere "efficiente" nelle sue politiche economiche) che il debito ritorni a salire parecchio nei prossimi anni, invece di scendere gradualmente.
Per quanto riguarda direttamente l'Italia, un punto positivo è la "salute del sistema bancario", aiutata anche dalla tassa sugli extraprofitti bancari che quasi nessuna banca pagherà. Poi ci sono le "dinamiche del debito pubblico". È vero che il governo Meloni ha deciso di fare molto più deficit di quanto previsto in precedenza, ma per il momento l'importante è che si sia impegnato a fare tagli alla spesa (sulle pensioni, ad esempio). Nei prossimi anni la questione resterà "cruciale", e serviranno nuovi "risparmi di spesa". In più ci sono dei "rischi per la traiettoria fiscale" per alcune riforme che il governo Meloni vuole portare avanti, come quella dell'Irpef (con obiettivo flat tax).
Infine, il Pnrr. Finora l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, con fondi europei, è andata avanti. Ma se le trattative con l'Ue dovessero incagliarsi, o se emergessero dei grossi problemi nell'implementazione, Moody's potrebbe rivalutare il suo giudizio.