Monti: “Solo le scuole non commerciali saranno esenti dall’Imu”
Dopo l'annuncio da parte del Governo della presentazione di un emendamento al dl liberalizzazioni per allargare la nuova imposta sugli immobili, Imu, anche alle strutture ad uso commerciale degli enti no profit, dal mondo cattolico erano partiti numerosi cori di dissenso soprattutto per quanto riguarda le scuole paritarie. Al Governo si chiedeva di dare spiegazioni nonostante le precisazioni già scritte, e il Premier Monti si è presentato oggi in Commissione Industria al Senato, dove è in discussione il decreto sulle liberalizzazioni, e ha dato la sua risposta "chiara e inequivoca".
Esenti dall'Imu solo le scuole non commerciali – Ad essere esenti dal pagamento dell'Imu saranno tutte le scuole, appartenenti alla chiesa o meno, che "svolgono la propria attività con modalità concretamente ed effettivamente non commerciali" ha chiarito il Premier. In pratica nessuna esenzione in quanto genericamente scuole ha spiegato Monti, ma una valutazione caso per caso che distingua quelle che svolgono solo una funzione sostitutiva rispetto alle pubbliche da quelle che invece costituiscono una vera e propria attività commerciale fatta per guadagnare. Per essere ancora più preciso il Presidente del Consiglio ha voluto spiegare ai componenti della commissione alcuni parametri che saranno adottati nelle successive disposizioni del Ministero dell'Economia e della Finanza per dare attuazione all'emendamento Imu.
Valutazione dell'esenzione in base a tre punti principali – In primo luogo ha spiegato il Premier "l'attività paritaria è valutata positivamente se il servizio è assimilabile a quello pubblico", intendendo per questo una corrispondenza tra i programmi scolastici, l'applicazione dei contratti nazionali e l'accoglienza di alunni disabili, in secondo luogo deve essere assicurata la selezione all'ingresso solo in termini di merito e non per motivi discriminatori, cioè "condizioni uguali per tutti" e infine deve essere preservata "in modo chiaro la modalità non lucrativa". In pratica nella gestione degli istituti non deve esserci nessuna fonte di guadagno ma gli incassi dovranno servire solo alla normale attività didattica quotidiana. Se nei bilanci ci saranno dei profitti "l'eventuale avanzo sarà destinato solo all'attività didattica".
Il Governo vuole equiparare la legislazione italiana a quella europea – Con queste precisazioni il Premier conta di fare chiarezza assoluta anche per il futuro in modo che la materia "venga posta in futuro al riparo da qualsiasi polemica e interpretazioni distorte". "La materia non era facile e forse non è un caso che non era mai stata affrontata in tutti questi anni" ha spiegato Monti, precisando che il Governo sta tentando solo "di rafforzare quanto chiarito in sede giurisprudenziale". La volontà del Governo non è quella di penalizzare la Chiesa e il no profit, ma anzi è quello di cancellare qualsiasi ombra dal loro operato perché "il no profit è attività troppo seria e importante per permetterci che comportamenti non in linea si insinuino" ha dichiarato Monti. Il Presidente del Consiglio ha fatto capire inoltre di aver avuto rassicurazioni da Bruxelles che se la nuova norma sarà approvata la Commissione europea sospenderà la procedura di infrazione contro l'Italia.