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Monti rassicura i sindacati: “Sull’articolo 18 non ci saranno abusi”

Nell’incontro di oggi con le parti sociali, il Presidente del Consiglio ha assicurato che il governo si impegnerà per evitare abusi in materia di licenziamenti economici. Domani la riforma arriva in Cdm.
A cura di Alfonso Biondi
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Nell'incontro di oggi con le parti sociali, il Presidente del Consiglio ha assicurato che il governo si impegnerà per evitare abusi in materia di licenziamenti economici

La riforma del lavoro approderà domani in Consiglio dei Ministri. Lo ha comunicato alle parti sociali il Presidente del Consiglio Mario Monti durante l'incontro di oggi a Palazzo Chigi. Sindacati e industriali dovranno quindi pazientare ancora un po' prima di avere tra le mani il testo della riforma. Monti ha spiegato che quello della flessibilità in uscita rappresenta un capitolo chiuso, ma ha comunque voluto rassicurare i presenti riguardo i possibili abusi che potrebbero perpetrare le imprese vista la nuova formulazione dell'articolo 18: " Abbiamo percepito una diffusa preoccupazione- ha dichiarato Mario Monti- sul fatto che il binario dei licenziamenti economici possa essere abusato con aspetti di discriminazione. Il governo si impegna affinchè questo rischio non si verifichi". Il premier ha poi promesso che alla stesura della norma sarà prestata particolare attenzione. Il Ministro Fornero ha quindi illustrato alle parti sociali i vari punti della riforma al fine di avere "un contributo sulla totalità della riforma dalle parti sociali".

Licenziamenti economici: la Cisl ci ripensa- Una nota diffusa da Raffaele Bonanni poco prima dell'incontro di Palazzo Chigi ha chiarito la posizione della Cisl sulla questione articolo 18, cercando di giocare di sponda col Partito Democratico. La Cisl, si legge nella nota è disposta a "cambiare la norma sui licenziamenti economici e fare una riforma del lavoro credibile". "Anche noi- si legge- vogliamo il modello tedesco. Speriamo che con il sostegno del Pd, lo otterremo". Sembra quindi che Bonanni, diversamente da quanto emerso dal vertice di martedì scorso, sia meno disponibile a lanciare campo aperto al governo Monti, almeno sull'aspetto dei licenziamenti per motivi economici. Ieri Bersani, ospite da Bruno Vespa, aveva annunciato l'impegno del Pd a modificare l'articolo 18 in Parlamento.

Di Pietro: "Monti vada a casa"- Contro le modifiche proposte dal governo all'articolo 18, si schiera anche Antonio Di Pietro, che parla di un "atto arrogante di prepotenza del nuovo padrone, sobrio, ma sempre padrone". Il leader dell'Italia dei valori ha poi invitato il Presidente del Consiglio ad "andare a casa". E la polemica ha trovato spazio anche su facebook, con questo status pubblicato da Di Pietro alle 16.15: "Signori professori che adesso fate i ministri, un governo che tartassa la povera gente, introduce i licenziamenti facili, non è capace di muovere un dito per migliorare la condizione dei giovani e dei precari e in compenso nemmeno riesce a far andare un po’ meglio l’economia non è un governo da 110 e lode. E’ un governo da bocciatura".

Confindustria non è disposta a tornare indietro- Chi, come Monti, non vuole tornare a negoziare sulla flessibilità in uscita è Emma Marcegaglia. "Qualsiasi ipotesi di indebilimento di questa posizione, su cui il presidente Monti ha preso una posizione molto chiara dicendo che la discussione è chiusa, per noi sarebbe inaccettabile"- ha commentato il numero uno degli industriali, sottolineando che la riforma dell'articolo 18 "ci porterà semplicemente ad essere più in linea con l'Europa".

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