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Monti: “Non riconsegniamo l’Italia agli incapaci”

In un’intervista al Corriere della Sera il Professore ha spiegato i motivi che lo hanno portato a candidarsi come Premier alle elezioni politiche 2013, “Non bisogna dissipare gli sforzi fatti fino ad ora”.
A cura di Antonio Palma
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Monti: "Non riconsegniamo l'Italia agli incapaci"

"Non possiamo rimettere l'Italia nelle mani degli incapaci, che l'hanno portata al novembre 2011, La vecchia politica non deve tornare", sono le parole che Mario Monti ha usato per spiegare le motivazioni che lo hanno portato a competere nelle prossime elezioni politiche del 24 e 25 febbraio. In una lunga intervista al direttore Ferruccio De Bortoli sul Corriere della Sera, il Professore ha indicato  così la molla che poco prima della fine del mandato lo ha convinto a svestire i panni di super partes  e ad indossare quelle di candidato Premier.  Il timore infatti, come ha spiegato lui stesso, era che tutti gli sforzi fatti fin qui con duri sacrifici da parte degli italiani venissero dissipati in breve tempo dai vecchi partiti nel dopo elezioni. Monti ha confermato in sostanza il suo giudizio estremamente negativo sui suoi predecessori e sulle componenti politiche che hanno guidato il Paese anche perché "il governo tecnico non sarebbe stato chiamato se la gestione della cosa pubblica fosse stata nelle mani di politici capaci e credibili".

Dobbiamo sacrificare qualcosa di personale per il Paese – "È cambiata in me la percezione di che cosa sarebbe stato moralmente più giusto" ha spiegato il Premier uscente, ricordando che con l'avvicinarsi delle elezioni, le riforme incontravano ostacoli sempre crescenti da parte dei gruppi parlamentari e lo hanno convinto ad assumersi le responsabilità della candidatura. Pur ammettendo che con la sua scelta ha spiazzato un po' tutti compreso il Presidente della Repubblica, Monti ha ricordato che "oggi non basta più fare la propria parte con onestà" perché "se non ci impegniamo direttamente, se non sacrifichiamo qualcosa di personale, questo Paese non avrà futuro e su di noi cadrà una colpa grave, che non avrà prescrizione".

Bisogna costruire un Paese con un senso del bene comune – Per questi motivi, ha proseguito il Professore, "sarebbe stato immorale se io avessi pensato a me stesso, gratificazioni di prestigio non sarebbero mancate, Così, invece, rischio tutto". Per il Professore infatti bisogna superare quei meccanismi che fanno sembrare noi italiani "a volte un insieme di tribù, di corporazioni, di fortini intenti a difendere interessi di parte di incrostazioni clientelari" e non "un Paese con un senso del bene comune". Questo sarà il messaggio che Monti scandirà anche oggi  nel suo discorso dal palco della kermesse della sua formazione politica a Bergamo dove si discuterà anche delle modifiche all'Agenda Monti, a cominciare dai temi del mercato del lavoro e dunque della riforma Fornero.

Bersani risponde da Bettola – Nel frattempo, dalla sua Bettola, Bersani risponde un po' piccato a questa uscite di Monti. Il candidato premier del centrosinistra ha dichiarato letteralmente: "Impedire agli incapaci di governare? E' un programma ambizioso, ci sono capaci ed incapaci, ma soprattutto c'é gente comune che ha bisogno di un cambiamento. Monti non è il solo che ha deciso di impegnarsi per senso di responsabilità, in un momento così chi decide di farlo non lo fa per sport."

Poi accusa il premier di essere affetto da un accenno di superbia, per la sua abitudine a porsi al di sopra dei suoi interlocutori: "Il presidente del Consiglio tende a guardare un po' le cose dall'alto, a me piace guardare di più all'altezza degli occhi della gente comune, che ha bisogno di un cambiamento e di una politica che conosca bene e da vicino le sue condizioni".

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