Monti in missione in Finlandia. Obiettivo: risollevare l’euro
Prosegue il tour europeo di Mario Monti. Obiettivo principale del premier: convincere i leader del Vecchio continente ad un’azione collettiva per risollevare le sorti dell’euro. Il premier è volato in Finlandia dove, fra oggi e domani mattina, incontrerà istituzioni e investitori del Paese Ue fra i più duri watchdog dell'austerity degli stati più colpiti dalla crisi e che a Bruxelles, insieme all'Olanda, aveva minacciato di porre il veto allo scudo anti-spread. «Ai finlandesi – ha detto Monti alla vigilia della partenza – non chiederò solidarietà, perché non credo che l'Italia abbia bisogno di solidarietà, ma cercherò di mostrare come aprire sui meccanismi di difesa comune dell'euro sia nell'interesse dell'intera Europa, della Finlandia e dell'Italia per prime». Dopo l'incontro col commissario Ue agli Affari economici e monetari Olli Rehn, il capo del Governo italiano nel vertice bilaterale con il primo Ministro Jyrki Katainen, proverà a far capire ai finlandesi «che è molto importante che in Europa, indipendentemente dalle latitudini, ci impegniamo perché l'euro, pinnacolo della costruzione della cattedrale europea non diventi un fattore di disintegrazione». Nel pomeriggio, invece, dopo le 16, il nostro è atteso dal presidente della Repubblica Sauli Niinistö.
A Helsinki, Monti arriva forte del sostegno di Barack Obama con cui ieri ha avuto un colloquio telefonico, i cui argomenti principali sono stati l'Eurozona e la situazione in Siria. Il presidente americano ha ribadito «il suo supporto ad azioni decisive per risolvere la crisi». Sempre ieri il premier italiano, ha incontrato il presidente francese François Hollande, con il quale si è detto d'accordo sulla volontà di proseguire le decisioni del Consiglio europeo di fine giugno. «Non possiamo permetterci nemmeno un secondo di distrazione”, ha dichiarato al termine del meeting di fronte alla stampa riunita a Parigi. Italia e Francia sono «pronte a tutto per rafforzare la zona euro» ha detto Monti.
Ma a tirare il freno all'accelerata di Francia e Italia è, ancora una volta, la Germania. E così dopo aver stroncato le ipotesi di concedere una licenza bancaria al futuro fondo salva Stati Esm, arriva il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, che ammonisce una Bce che «non deve oltrepassare il proprio mandato». Nel comunicato rilanciato dall'agenzia Bloomberg, Weidmann non usa mezzi termini e avverte: «siamo la maggiore e la più importante banca centrale dell'Eurosistema e abbiamo una voce più importante rispetto ad altre banche centrali dell'Eurosistema». In altre parole, la Buba si arroga il ruolo di numero uno egemone tra le banche e respinge l'idea che la Bce acquisti titoli di stato di paesi in difficoltà. E non è tutto: i governi, ha aggiunto Weidmann, sovrastimano le possibilità d'intervento e i mezzi finanziari a disposizione della Eurotower.