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Monti: “Il Governo non deve onorare le promesse elettorali irresponsabili fatte dai partiti”

Il Professore interviene nel dibattito sull’aumento dell’Iva e avverte: “Il Governo non può e non deve sentirsi tenuto a mantenere promesse elettorali fatte, talora irresponsabilmente, dai partiti”.
A cura di Redazione
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Nel momento di maggiore veemenza della polemica interna alla maggioranza sugli interventi in materia fiscale del Governo, torna a parlare anche l'ex Presidente del Consiglio Mario Monti. Il Professore, ad una settimana dall'entrata a regime dell'aumento di un punto percentuale dell'Iva e mentre sta per cominciare la discussione sulla revisione dell'Imu, riprende quella che era la linea della sua campagna elettorale: rigore nei conti, rispetto degli impegni in sede europea e chiarezza di fronte agli italiani sulle reali possibilità di manovra del Governo in un momento complesso per le finanze pubbliche. Così, in un post sulla sua pagina facebook, il Professore fa capire che la tutela del bilancio pubblico viene priima dei tornaconti politici dei partiti che, in maniera più o meno strumentale, cercano di trarre un vantaggio politico dalle mosse del Governo.

E, in tal senso, il Governo non può e non deve sentirsi vincolato da promesse elettorali irresponsabili fatte dai partiti. Ecco cosa scrive infatti Mario Monti:

La settimana che comincia si annuncia carica di tensioni politiche e forse anche finanziarie. Un indebolimento del Governo, o una forzata deviazione dal percorso tracciato dal Presidente Letta quando ottenne la fiducia del Parlamento, sarebbe pagato dai cittadini e dalle imprese attraverso un ritardo della ripresa economica e maggiori tassi di interesse. Il Governo, tutore del bilancio pubblico e responsabile verso tutti gli italiani di oggi e di domani, non può e non deve sentirsi tenuto a mantenere promesse elettorali fatte, talora irresponsabilmente, dai partiti.

Gli uni hanno promesso alleggerimenti dell'IMU non compatibili con la situazione finanziaria e con l'esigenza di attenuare in primo luogo la pressione fiscale sul lavoro e sull'impresa. Gli altri hanno garantito, più o meno esplicitamente, che non si procederà ad altri interventi intesi a rendere il mercato del lavoro più moderno ed orientato alla produttività.

Ma se il bilancio pubblico dovesse uscire dalla zona di sicurezza nella quale è stato riportato e se la ricerca di relazioni di lavoro per gli occupati (e soprattutto per quanti, in gran parte giovani, oggi occupati non sono) più in linea con le esigenze della competitività non venisse proseguita, ne soffrirebbero l'economia e la società italiana nel complesso, compresi coloro che in apparenza dovrebbero dire "grazie" ai partiti, nel caso quelle promesse venissero mantenute. A partire dalla primavera del 2012 il PdL e il PD, per favorire le categorie economiche e sociali a loro rispettivamente vicine, hanno attenuato e ritardato sia le riforme strutturali sia i tagli della spesa pubblica proposti dal "Governo di impegno nazionale". Così facendo, hanno ritardato ulteriormente la ripresa dell'economia italiana, in una situazione dell'economia europea già non favorevole.

Scelta Civica fa appello al Presidente Letta (al quale abbiamo consegnato nei giorni scorsi alcune proposte operative per accelerare la crescita nella stabilità) e soprattutto al PD e al PdL affinchè non frenino di nuovo – dando priorità alla tutela conservatrice di interessi particolari – la ripresa della produzione e dell'occupazione, di cui l'Italia ha grande bisogno.

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