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Opinioni

Monti fa il piazzista per far ripartire l’Italia

Mentre il saldo Imu si avvicina e con esso l’ennesima pesante stangata fiscale per gli italiani, Mario Monti prova a cercare all’estero i capitali necessari per il rilancio dell’economia italiana, partendo dal Medio Oriente…
A cura di Luca Spoldi
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Villa Doria Panphili, conferenza stampa Mario Monti - Hamad bin Khalifa Al Thani

Mentre in Germania ci si balocca con l’idea di nuovi “tagli di capelli” agli investitori privati (questa volta par di capire che potrebbero essere ricompresi nel conto anche istituzioni finanziarie sovranazionali come la Bce e l’Fmi, almeno per la parte di portafoglio non in perdita) che ancora detengono qualche titolo di stato greco (secondo l’agenzia Reuters l’idea che sta iniziando a circolare sarebbe quella di un riacquisto di metà dei titoli di stato in circolazione da parte di Atene che pagherebbe 0,25 euro per ogni euro di controvalore nominale) e mentre tra l’Fmi e la Ue ancora ci sono divergenze, a meno di 24 ore dall’eurovertice che dovrebbe sancire l’accordo relativo alla concessione di una dilazione alla Grecia stessa per il rientro dal debito, alla sostenibilità del debito stesso e al “funding gap” emerso, così da sbloccare l’esborso della prossima tranche di aiuti, Mario Monti prova nuovamente a cercare un po’ di benzina per il motore della crescita italiana.

Una crescita da anni asfittica, che il rigore fiscale adottato su pressione dell’egemone europeo (rigore che ha già schiantato l’economia greca e rischia di fare lo stesso con l’economia spagnola), in parallelo al credit cruch derivante dalla riduzione della leva finanziaria da parte delle banche ( che tagliano il credito ad aziende e famiglie per riequilibrare rapporti impieghi/depositi e ridurre la rischiosità del credito che anni di cattiva gestione prima e la crisi finanziaria 2008-2009 poi avevano finito col mettere a rischio) rischia di rendere ancora più debole e aleatoria a meno che non si trovino non tanto le idee quanto i capitali e il coraggio per investirli. Non potendo fare affidamento sugli investimenti pubblici (che la “spending review” sta ulteriormente tagliando nel tentativo di ridurre l’indebitamento pubblico) sono necessari capitali privati che come più volte ho ricordato molto spesso difettano agli imprenditori italiani e a cui le banche in questo momento non sono in grado di sopperire.

Per cercarli Mario Monti si è da mesi trasformato in un “piazzista” di lusso, con tanto di tour promozionali in Est Europa, in Asia e da ultimo in questi giorni in Medio Oriente. Scopo delle visite del premier italiano, l’apertura o il rafforzamento di rapporti di collaborazione tra l’Italia e i principali paesi emergenti extraeuropei, così da rafforzare le esportazioni (una delle poche valvole di sfogo ancora attive per l’economia italiana, che peraltro mese dopo mese registra un calo dell’inport e in minor misura dell’export) anche al costo di cedere il controllo di qualche asset. Quale? Sicuramente in parte si tratterà di patrimonio in mano al demanio pubblico, visto che da tempo Monti e i suoi ministri hanno detto di voler “fare cassa” per 10-15 miliardi di euro nell’arco del prossimo anno.

Ma cedere immobili e terreni di stato, nonché quote in aziende partecipate dal Tesoro potrebbe non essere così semplice in tempi rapidi, vuoi perché il mercato immobiliare è depresso (e a lungo lo resterà, visto che l’Imu, di cui il 17 dicembre si pagherà un pesante saldo, sta inducendo molti italiani a disfarsi della seconda o terza casa, anche accettando prezzi già compressi, se l’immobile non è in grado di produrre reddito) vuoi perché aziende come Finmeccanica, Eni o Enel sono ritenute “strategiche” e dunque nonostante gli appetiti suscitati si vuole, giustamente, andare coi piedi di piombo. Così per intanto Monti porta a casa un primo accordo di private equity tra il Fondo Strategico Italiano (Fsi) e la Qatar Holding per costituire una joint venture denominata “IQ Made in Italy Venture”.

La società, che avrà un capitale iniziale di 300 milioni di euro destinato a salire fino a 2 miliardi attraverso versamenti paritetici di Fsi e Qh nell’arco dei prossimi 4 anni, effettuerà investimenti congiunti nel “Made in Italy” investendo in società italiane che operano in alcuni settori quale l’alimentare e la distribuzione alimentare, la moda e il lusso, l’arredamento e il design, il turismo, lo stile di vita e il tempo libero. Un accordo che secondo Giovanni Gorno Tempini, presidente del Fsi e amministratore delegato di Cdp, “dimostra come alcuni settori dell’economia italiana possano essere molto attraenti per quegli investitori stranieri che ne intravedono il potenziale di crescita, consolidamento ed espansione internazionale”.

Quali saranno i primi investimenti nessuno l’ha detto, ma secondo alcune fonti giornalistiche ci sarebbe un interesse da parte del Qatar a entrare nel capitale di Cdp Reti, che già controlla la rete del gas e nella quale potrebbe confluire in futuro quella elettrica (e forse, più in là, quella della telefonia fissa e dei trasporti su rotaia). Oppure marchi di lusso del settore abbigliamento come Versace o Dolce & Gabbana, o magari anche alcuni marchi attivi nel settore della cioccolateria e dei prodotti alimentari tipici italiani. Più tasse, meno investimenti dello stato, qualche investimento privato estero: per ora questo passa il convento, che basti a far ripartire la crescita non è detto, ma questo, si è capito benissimo, sarà un Natale in cui anche i fichi secchi sembreranno per molti un regalo di lusso, quindi per ora occorre accontentarsi. O protestare con forza per far cambiare la “ricetta” economica del paese.

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Luca Spoldi nasce ad Alessandria nel 1967. Dopo la laurea in Bocconi è stato analista finanziario (è socio Aiaf dal 1998) e gestore di fondi comuni e gestioni patrimoniali a Milano e Napoli. Nel 2002 ha vinto il Premio Marrama per i risultati ottenuti dalla sua società, 6 In Rete Consulting. Autore di articoli e pubblicazioni economiche, è stato docente di Economia e Organizzazione al Politecnico di Napoli dal 2002 al 2009. Appassionato del web2.0 ha fondato e dirige il sito www.mondivirtuali.it.
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