Monti dall’Annunziata, In mezz’ora si sbottona come non mai

Nell'intervista a In Mezz'ora, condotto da Lucia Annunziata, il premier uscente Mario Monti ha fortemente ribadito i concetti esposti nella conferenza stampa di ‘stamani, evidenziando in maniera leggermente più chiara quelle che potrebbero essere le modalità attraverso le quali possa propendere verso l'idea di schierarsi con una forza politica che gli chieda di proporsi come guida.

La verità è che l'attenzione di Lucia Annunziata si è molto concentrata sull'imperscrutabilità della conferenza stampa, criptica su ciò che le intenzioni del premier potessero realmente rivelare. L'ex premier ha risposto con ciò che conoscevamo già, ma forse in modalità più concreta:

Si discute più di scontri tra personalità che di idee. Il concetto di agenda Monti non l'ho inventato io. Penso che il contributo che possa dare è quello di aiutare a spostare il dibattito sui problemi reali. […] Posso essere punto di riferimento delle forze politiche che pretendano qualcosa di più della semplice fornitura di idee, ad esempio nominarmi candidato premier. Se questo avverrà e ci saranno sufficienti forze e garanzie determinerà o meno la mia adesione. Io non parteciperò alle elezioni, visto il mio ruolo di senatore a vita. […] Queste cose sono fondamentali per me: io non chiedo una carica pubblica, io chiedo se ci sia voglia di fare buona politica.

Monti ha sostanzialmente ristretto il campo, garantendo l'assoluta apertura mentale alla possibilità di una collaborazione con quelle forze della società civile che si dimostreranno coese e convinte di voler sostenere il programma dell'agenda. Tra queste, di certo non c'è il Pdl, che già da questa mattina Monti ha chiaramente identificato, senza mezzi termini, come la causa della decisione di anticipare la fine dell'esperienza governativa con le propri dimissioni. Pur non trovando troppo ostili (eccetto la questione Imu e pochi altri punti) l'agenda Monti e l'ipotetico programma proposto dal Pdl, Monti ha affermato:

Ho apprezzato la richiesta di Berlusconi a federare quelle forze moderate di cui parlava, ma proprio dichiarazioni di questo tipo (quelle di Angelino Alfano, ndr) rendono decisiva l'ipotesi di scelta per la forza politica che accetterei di guidare.

Ed anche sulla forza di centrosinistra, contrassegnata dalla presenza di Vendola, Camusso e Ichino, che rendono di fatto complesso l'operato di concertazione al quale Bersani è chiamato per reggere una forza di governo.

E' normale che in ogni forza politica ci siano vari elementi, ma non è un'intuizione mia che dentro al Pd ci sia una posizione Bersani, una Fassina, una Ichino. […] Credo inolte che la politica dei sindacati non favorisca l'evoluzione del mercato del lavoro di cui in questo momento ci sarebbe necessario bisogno. Credo che Bersani avverta fortemente la presenza nella sua coalizione di forze così contrastanti.

Ma una risposta decisa è stata quella di tipo globale, quando il presidente ha risposto invocando la volontà partecipativa della società civile in risposta ad un modo i fare politica che andasse oltre lo scontro tra le parti, ma si concentrasse sugli argomenti. Monti ha pronunciato, durante l'intervista, la frase "Ammetto che tutto sia un po' strano e un po' nuovo, ma abbiamo avuto una strana maggioranza". E' probabile che la chiave di lettura della proiezione più probabile di Monti nel futuro sia esattamente questa, a dispetto delle impressione: vale a dire un senso di novità. Monti riuscirà ad essere l'uomo capace a rivoluzionare la dialettica e l'azione della politica stessa? E' proprio vero che la sua veste tecnica fosse in realtà l'unico modo per estirpare erbaccia superflua e che sia proprio lui il personaggio prediletto per la semina?