Lo diciamo subito: noi abbiamo sempre pensato che un Governo non possa in alcun caso fare a meno della legittimazione che viene dal voto popolare. La parentesi dei tecnici rappresentava in qualche modo un "momento di sospensione", inevitabile per alcuni, nefasto per altri, necessario per la gran parte. Cosí come la grosse koalition che sosteneva l'esecutivo era in qualche modo la brutta copia di un fronte di responsabilità nazionale, con una classe politica attraversata da scandali e polemiche, incapace di trascinare il Paese fuori dal pantano e sempre in lotta per la propria autoconservazione. Una politica che ha per lungo tempo legittimato la polemica anticasta e si é trovata quasi costretta a "tollerare" (mai accettare) la reggenza dei professori. I quali, diciamo anche questo senza girarci intorno, hanno davvero fatto ben poco per "normalizzare" il rapporto fra le istituzioni, nascondendo dietro il tormentone "siamo stati chiamati per fare le riforme impopolari" una serie di errori, gaffe, sviste e provvedimenti al limite dell'accettabile.
[quote|left]|È inaccettabile quanto accaduto in questi giorni[/quote]Quanto successo in questi giorni è però inaccettabile. L'atteggiamento del Popolo della Libertà è inconcepibile ed irresponsabile. Proprio perché non ha davvero nulla a che vedere con ogni discorso di "merito" sull'operato del Governo e serve semplicemente a dar corso ad una strategia pre-elettorale peraltro decisamente discutibile. La scelta sostanziale di sfiduciare Monti non è dovuta ad alcuna valutazione di senso e nessuno può essere talmente cieco da non vedere le ragioni profonde di quello che è un vero e proprio gioco al massacro. Sulle spalle degli italiani, per giunta.
Ve lo raccontavamo qualche giorno fa, la scelta di Berlusconi è tragicamente chiara: affossare il Governo per "regolare i conti" all'interno del PdL, mandare a monte provvedimenti essenziali in scadenza, tra cui il dl liste pulite, blindare la propria candidatura (la sesta consecutiva), gestire le candidature con il fido Porcellum, ottenere l'election day e limitare i danni in Lombardia e Lazio, gettare il Paese in una campagna elettorale di livello infimo (con ciò che resta del PdL che cavalcherà l'astio nei confronti dei tecnici con un prevedibile revanscismo populista). Alchimie, strategie, trucchetti di bassa lega che scaraventano gli italiani in una campagna elettorale tesissima, con l'incubo dei mercati e l'attenzione delle istituzioni europee, ma soprattutto con la sensazione di uno stallo, di una cristallizzazione soffocante di una politica incapace di rinnovarsi nei nomi e nei programmi. E con una legge elettorale vergognosa che potrebbe anche restituire incertezza nel dopo voto (al Senato il rischio di un simil 2006).
[quote|left]|Ora l'inevitabile paura dei mercati[/quote]Nel frattempo a terrorizzare ulteriormente gli italiani ci penseranno i soliti "fantomatici mercati", mentre saltano punti essenziali dell'Agenda Monti (e attenzione, in particolare quelli che "bastonavano la politica"). Con una campagna elettorale già scritta: da una parte rimpalli di responsabilità e accuse reciproche, dall'altra l'inconsistenza del "nuovo con le mani pulite e la coscienza immacolata". Se c'era un modo per peggiorare le cose, l'abbiamo trovato.