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“Mollerò per pochi infami”: la furia di Meloni contro i suoi che mandano le chat di FdI ai giornali

In una chat di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni si è sfogata con i suoi, lamentando una fuga di notizie e attaccando “l’infamia di pochi”, gente che “per una citazione sul giornale si vende la madre”. La conversazione è poi arrivata a una battuta della premier sul ministro dei Trasporti Salvini: “Pensavo saremmo tornati al dorso di mulo e invece ci sono ancora i treni dopo due anni”.
A cura di Luca Pons
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"Io alla fine mollerò per questo. Perché fare sta vita per far eleggere sta gente anche no". Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha commentato ieri, in una chat di Fratelli d'Italia, la fuga di notizie che aveva portato poco prima molti giornali a diffondere alcuni messaggi inviati ai deputati di FdI. In particolare, si trattava di un invito a presentarsi in Aula martedì prossimo, per l'elezione di un giudice della Corte costituzionale; e a partire con ampio anticipo, tenendo conto dei frequenti ritardi dei treni.

L'elezione di un nuovo giudice nella Consulta è questione delicata, anche perché richiede una maggioranza molto ampia (i tre quinti, quindi 363 voti, mentre il centrodestra al momento arriva solo a 360). Finora si sono già tenuti sette scrutini andati a vuoto, l'ottavo sarà martedì e a quanto pare la maggioranza ha trovato una soluzione. I due nomi più gettonati sono quelli di Francesco Saverio Marini, consigliere giuridico di Meloni stessa (e coinvolto nella scrittura della riforma del premierato), e Carlo Deodato, segretario generale di palazzo Chigi.

Il messaggio sull'obbligo di presenza per martedì in Aula è circolato non solo per FdI, ma anche per Lega e Forza Italia. È stata la chat dei meloniani, però, a finire sui giornali. E questo ha irritato parecchio Meloni, che si è sfogata in un'altra chat del partito. Una conversazione che è stata pubblicata oggi dal Fatto quotidiano.

"L'infamia di pochi alla fine mi costringe a non avere più rapporti con i gruppi (parlamentari, ndr). Molto sconfortante davvero", ha scritto la presidente del Consiglio, con toni durissimi. La prima risposta è arrivata dalla sottosegretaria all'Interno Wanda Ferro: "Immagino come ti senti". E sulla stessa linea la sua omologa all'Istruzione, Paola Frassinetti: "Resto senza parole e con tanta rabbia e delusione".

A suggerire una sorta di indagine interna è stato il ministro della Difesa, Guido Crosetto, riprendendo le parole di Meloni stessa: "Be', però penso che lavorandoci un po' l'infame si trova". Ma la premier ha risposto secca: "Questo è ovvio, penso che non lo sappia già? Ma non cambia la natura delle cose".

In un'altro scambio, il deputato Salvatore Deidda (presidente della commissione Trasporti) ha invitato Meloni a non mollare: "Io spero che chi sia stato faccia ammenda e capisca che ci sta danneggiando continuamente". Però, ancora una volta, la leader di FdI ha replicato aggressiva e scoraggiata: "Ma quale ammenda, c'è gente che per una citazione sul giornale si vende la madre. Solo non capisco come facciano a stare con noi che siamo sempre stati tutt'altro. Detto questo mi taccio prima che esce qualcosa pure da qui". Cosa che poi, però, è successa.

Nel resto della conversazione, il viceministro ai Trasporti Galeazzo Bignami ha provato a sdrammatizzare: "Ma quindi non posso mandare i messaggi di questa chat? Mannaggia. Avevo già pronta al foto di ricompensa…". E Deidda ha cambiato argomento con una battuta: "Comunque hai notato che con me e Galeazzo come funzionano i trasporti? Impeccabili".

La presidente del Consiglio prima non ha capito, poi: "Ah sì, il blocco della linea". E si è lanciata in quella che è sembrata una presa in giro decisamente critica dell'operato del ministro dei Trasporti, Matteo Salvini: "Ma sono molto soddisfatta invece. Pensavo saremmo tornati al dorso di mulo e invece ci sono ancora i treni dopo due anni". Ha concluso il deputato Marco Osnato: "Tutto per non far dire che con noi ‘treni arrivano in orario'! Bravi, strategia geniale…".

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