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Missione Sophia prorogata per altri sei mesi, ma senza navi i migranti continueranno a morire

L’operazione Sophia, che ha il compito principale di contrastare il traffico di migranti, è stata prorogata per altri sei mesi, ancora senza impiego di unità navali: la decisione è stata presa dagli ambasciatori dei 28 durante la riunione del Comitato politico e di sicurezza. Ma senza l’apporto di mezzi navali è impossibile salvare i migranti in mare.
A cura di Annalisa Cangemi
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L'operazione europea antiscafisti EunavforMed Sophia, che ha come obiettivo principale il contrasto al traffico illecito di esseri umani, è stata prorogata di altri sei mesi nel formato attuale, cioè priva dei suoi mezzi navali. Come hanno detto fonti diplomatiche europee, la decisione è stata presa dagli ambasciatori alla riunione di oggi del Comitato politico e di sicurezza dell'Ue (Cops). Il mandato di Sophia scadrà il 30 settembre. Ieri il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, in visita a Bruxelles, aveva lasciato intendere che in presenza di un accordo europeo su sbarchi e redistribuzione dei migranti Sophia sarebbe potuta essere "attivata".

La missione lanciata dal Consiglio Ue nel 2015, potrà quindi andare avanti, e verrà prorogata per una terza volta. Il primo rinnovo era stato stabilito a fine 2018, poi la missione era stata prorogata, il 31 marzo 2019, per altri sei mesi. Ma già allora, nella primavera 2019, l'operazione era stata fortemente snaturata: senza l'apporto di unità navali è diventato impossibile il salvataggio dei migranti in mare, una mossa pensata per impedire che i naufraghi venissero condotti nei porti italiani.

La prima sospensione dell'attività di pattugliamento del Mediterraneo centrale è la conseguenza del mancato accordo tra i 28 Paesi dell'Unione europea, che non avevano trovato una soluzione comune e un meccanismo automatico di ripartizione dei migranti, così come era stato richiesto dal governo italiano. E anche se in questi ultimi giorni, ma già a fine luglio, qualcosa sembra muoversi a livello europeo per trovare una soluzione comune, le competenze della missione si sono ristrette ad attività come il pattugliamento aereo e l'addestramento-supporto alla Guardia costiera libica. In pratica in caso di avvistamenti di naufraghi o barconi in mare, gli aerei di pattuglia sul Mediterraneo avvisano il comando centrale dell'operazione che a sua volta contatta le autorità del Paese competente.

Anche se chiaramente il salvataggio in mare non è l'obiettivo dell'operazione, che è stata concepita per contrastare la tratta di esseri umani nel Mediterraneo centro-meridionale, dal 2015, anno di avvio di Sophia, i mezzi navali hanno evitato diverse tragedie del mare.

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