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Missione medici russi in Italia, cosa ha detto il ministro Speranza sulla spedizione

Il ministro della Salute Roberto Speranza ha risposto in Aula a un’interrogazione parlamentare di Iv sulla missione dei medici russi in Italia.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il ministro della Salute Roberto Speranza ha risposto a un'interrogazione parlamentare di Italia viva sulla missione di scienziati e militari russi in Italia nella prima fase della pandemia, ufficialmente per fornire aiuti al nostro Paese in difficoltà per la prima ondata di Covid-19. Secondo alcune ricostruzioni giornalistiche la missione avrebbe contorni poco chiari, e sarebbe stata mossa da scopi di propaganda, con l'intento da parte di Mosca di acquisire informazioni utili sul coronavirus.  Nonostante l'allora presidente Consiglio Conte sia stato audito al Copasir, sulla vicenda ci sarebbero ancora delle zone d'ombra, soprattutto per la scarsa presenza di sanitari nel gruppo russo.

La senatrice Parente ha chiesto conto a Speranza della spedizione, alla luce anche dei dubbi sollevati dal sindaco di Bergamo, Gori, e soprattutto considerate le gravi minacce rivolte all'Italia e al ministro della Difesa Guerini dal capo dipartimento europeo del ministero degli Esteri russo Paramonov, che ha ricordato appunto gli aiuti forniti dalla Russia all'Italia nei giorni dell'emergenza pandemica. Parente ha chiesto al ministro se fosse a conoscenza dei fatti e se avesse all'epoca coordinato la missione nella città di Bergamo, se sapesse che i russi nei due mesi di permanenza in Italia stessero raccogliendo dati sensibili sui pazienti Covid presenti nelle strutture sanitarie. E ancora al ministro è stato domandato se fosse a conoscenza dei contenuti dell'accordo siglato nell'aprile del 2021 tra l'istituto Spallanzani di Roma e l'istituto Gamaleya di Mosca.

"Mi limiterò a riportare solo gli elementi in mia conoscenza – ha detto in Aula Speranza – Il coordinamento degli aiuti, come quelli arrivati da numerosi altri Paesi, è stato gestito dalla Protezione civile".

"Il cuore delle questioni poste non è strettamente di competenza del ministro della Salute e la genesi dell'iniziativa di cooperazione russa avvenne a seguito di un colloquio fra il presidente del Consiglio italiano e quello russo ed i due ministri della Difesa", ha aggiunto ricordando che il team russo "è rimasto in Italia dal 22 marzo al 7 maggio ed era composto da 104 unità di cui 32 operatori sanitari, 52 bonificatori e poi personale di assistenza e di interpretazione linguistica".

"Sono state costituite squadre miste con personale militare italiano – ha aggiunto – in coordinamento con i servizi sanitari della Regione Lombardia ed è poi stata attivata un'attività di disinfezione e bonifica delle Rsa del bergamasco. Per quanto riguarda le donazioni che sono giunte insieme al team russo la Protezione civile ha dichiarato di aver ricevuto 521.800 mascherine, 30 ventilatori polmonari, 1000 tute protettive, 2 macchine per analisi di tamponi, 10mila tamponi veloci e 100mila tamponi ordinari".

L'accordo di collaborazione tra l'Istituto russo Gamaleya e lo Spallanzani di Roma "rientra tra le iniziative autonome di collaborazione internazionale dei nostri istituti di ricerca", ha aggiunto Speranza.

La senatrice Parente ha replicato così: "La sua risposta chiarisce alcune cose importanti, che riguardano la sua competenza. Sono parzialmente soddisfatta per le questioni che lei hai chiarito. Emerge un dato fondamentale, non bisognava accettare un non meglio identificato aiuto in assenza di un'organizzazione precisa, si è peccato di superficialità".

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