Misiani (Pd) a Fanpage: “Milioni di italiani in difficoltà, governo deve rispondere. Basta propaganda”
Dalle tasse agli extraprofitti bancari all'addio al tetto agli stipendi dei manager della Stretto di Messina Spa, dal caro voli all'aumento delle licenze per i taxi: sono diverse le misure approvate dal governo di Giorgia Meloni nell'ultimo Consiglio dei ministri prima della pausa estiva, contenute in due decreti omnibus. Ne abbiamo parlato con Antonio Misiani, senatore e responsabile Sviluppo Economico, Finanze, Imprese e Infrastrutture del Partito Democratico nella segreteria nazionale di Elly Schlein.
Il governo ha deciso di tassare gli extra profitti delle banche per venire incontro alle famiglie con i mutui e abbassare la pressione fiscale: è una misura giusta?
Il Partito democratico da settimane chiedeva al governo di intervenire per aiutare le famiglie e le imprese a fronteggiare il caro-mutui. Avevamo presentato una proposta di legge in Senato, dettagliando le nostre idee, e una mozione alla Camera chiedendo di finanziare questi interventi anche con un contributo straordinario di solidarietà sulle banche in relazione al differenziale dei tassi di interesse. La destinazione della tassa decisa dal governo è però un punto chiave: usarle solo per la garanzia sui mutui prima casa dei giovani come vuole fare l’esecutivo non basta, è essenziale aiutare le famiglie e le imprese più fragili con mutui a tasso variabile.
La tassa sugli extra profitti dovrebbe essere estesa anche ad altri settori, secondo voi?
Aspettiamo di vedere nelle prossime settimane che impostazione vorrà dare il governo alla legge di Bilancio, ma di sicuro siamo in una fase di fortissimo rallentamento dell'economia e di emergenza sociale per milioni di famiglie. Il governo finora ha dato una lettura trionfalistica della situazione economica che è stata spazzata via dai dati più recenti: speriamo che inizino a fare i conti con la realtà e rispondano alle emergenze del Paese con misure efficaci e non con la propaganda.
Sul provvedimento contro il caro voli, invece, le compagnie aeree hanno sottolineato come sia arrivato troppo tardi. È d'accordo?
Noi lo abbiamo commentato mettendoci dalla parte dei consumatori. La stagione è iniziata da tempo, gran parte delle prenotazioni sono state fatte, per cui l'intervento del governo, che era stato annunciato da mesi, avviene a babbo morto, quando una parte importante degli italiani ha dovuto rinunciare alle ferie anche per il caro voli. Il 41% delle famiglie non ha potuto andare in vacanza quest'anno a causa dell'impennata ingiustificata dei prezzi, dei voli aerei ma anche di molte concessioni balneari e strutture ricettive.
Il Cdm ha anche approvato una misura per affrontare la questione taxi, pensa che sarà efficace?
Il Comune di Milano aveva già richiesto l'attivazione di mille licenze aggiuntive di taxi, che è stata bloccata dalla Regione Lombardia, governata dalla destra e presieduta da un esponente dello stesso partito di Matteo Salvini. Se ora Salvini ha cambiato idea ci fa piacere, però vorremo vedere fatti concreti e non solo misure di facciata. Su questa norma siamo scettici, c'è l'impressione che con il decreto si replichino solo cose che già erano nella facoltà dei Comuni, senza dare al settore la svolta necessaria.
È inoltre saltato il tetto agli stipendi dei manager della società per il Ponte sullo Stretto…
Il governo così dà segno di quello che pensa realmente: dice no al salario minimo per i lavoratori e le lavoratrici a basso reddito, mentre dice di sì al salario massimo per i manager ad alto reddito della società del Ponte sullo Stretto. La destra sta dalla parte del popolo solo a chiacchiere.
Parlando di salario minimo, Giorgia Meloni ha convocato le opposizioni il prossimo venerdì: cosa vi aspettate?
Ci aspettiamo un confronto vero e non l'ennesima mossa per distrarre l'opinione pubblica da altre emergenze e da fatti gravi come le parole inaccettabili sulla strage di Bologna pronunciate del portavoce della Regione Lazio. Noi abbiamo presentato una proposta che è agli atti parlamentari ed è condivisa da praticamente tutte le forze di opposizione. Chiediamo che il governo si faccia carico di un dramma sociale che coinvolge oltre tre milioni di lavoratori e lavoratrici, che sono sottopagati e in molti casi sfruttati. Una legge sul salario minimo è presente in 22 Paesi dell'Unione europea su 27. Riteniamo che approvarla in Italia possa dare una mano decisiva per aiutare quei lavoratori e quelle lavoratrici, a maggior ragione in una fase in cui l'inflazione sta mangiando il potere di acquisto dei salari e in cui la precarietà è stata ulteriormente accresciuta dal decreto del primo maggio. Il mondo del lavoro è segnato da troppe diseguaglianze, la legge sul salario minimo è necessaria.