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Minniti conferma: l’Italia manderà i militari in Libia

In un colloquio con Scalfari, il ministro dell’Interno ha spiegato che l’Italia manderà “un contingente militare di qualche centinaio di giovani i quali abbiano il solo compito di controllare che i patti tra le tribù e i governi vengano rispettati”.
A cura di Redazione
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Abbiamo anche fatto delle cifre e abbiamo previsto – se necessario – che l'Italia mandi un contingente militare di qualche centinaio di giovani i quali abbiano il solo compito di controllare che i patti tra le tribù e i governi vengano rispettati e le persone più disagiate, quelle pronte a trasformarsi in fuggitivi con tutti i malanni che questa situazione comporta, si siano adeguatamente forniti di lavoro e del relativo benessere che da quel lavoro può scaturire. Vedremo il seguito e l'applicazione concreta, ma le basi fondamentali ormai ci sono”.

Con queste parole, affidate al taccuino di Eugenio Scalfari, il ministro dell’Interno Marco Minniti anticipa quello che potrebbe essere un intervento organico in Libia delle nostre forze militari. Stando a quanto anticipato a Repubblica, dunque, l’Italia dovrebbe contribuire al processo di consolidamento del nuovo assetto istituzionale in Libia, favorendo la nascita di “una vera e propria confraternita sociale fra le tribù” e aiutando “con capitali adeguati e imprese adeguate ad avviare uno sviluppo notevole dell'economia di quei territori”.

Le parole di Minniti, nella sostanza, lasciano presagire che potrebbe presto concretizzarsi l’idea di mandare dei militari in territorio libico “anche” per controllare le rotte migratorie. Una eventualità che aprirebbe di fatto un nuovo capitolo nel contrasto all’immigrazione irregolare, che presenterebbe comunque notevoli complessità, dovendo basarsi sul sostegno delle tribù locali, nel quadro di una situazione decisamente frammentata politicamente.

L’intervento dei nostri militari in Africa, peraltro, dovrebbe essere autorizzato dal Parlamento, nell’ambito di un processo che preveda chiarezza delle regole d’ingaggio e trasparenza nella gestione degli incarichi ricevuti.

Per ora, le parole di Minniti non hanno destato particolare clamore tra le forze politiche o l’opinione pubblica. A sottolineare l’inopportunità delle parole del ministro, per ora, solo Possibile, che ospita un contributo di Stefano Catone, che rivolge una serie di domande al ministro:

La prima: «Scusi, ministro, ma per quanto il flusso migratorio che attraversa la Tripolitania (ovest della Libia) sia consistente, esiste un flusso notevole anche attraverso la Cirenaica (est della Libia), da dove passano cittadini del corno d’Africa cui riconosciamo protezione in percentuali elevatissime: ci stiamo occupando della loro sicurezza? E ancora, ministro, non crede che cercando di chiudere una rotta le persone in fuga cercheranno nuove rotte, sicuramente più pericolose, e i trafficanti si faranno ancora meno scrupoli nel guidarli? […] Mi scusi ministro, ci sta dicendo che l’operazione militare “Deserto Rosso” anticipata da Repubblica (il giornale di cui sono fondatore) ma smentita dal ministero della Difesa è confermata? Mandiamo davvero dei militari in Africa a chiudere le rotte migratorie?»

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