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Ministro Valditara dice che la scuola “addestra” studenti, per giustificarsi legge la Treccani in Aula

Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha difeso la sua proposta di legge sugli istituti tecnici, nel punto in cui parla delle attività di “addestramento” degli studenti per avvicinarli al mondo del lavoro. Di fronte alle opposizioni che chiedevano di cancellare quella parola, il ministro ha letto in Aula la definizione dell’enciclopedia Treccani.
A cura di Luca Pons
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La scuola deve prevedere "attività di insegnamento e di formazione", ma anche di "addestramento". A riportarlo è il disegno di legge proposto dal ministro dell'Istruzione Valditara per riformare gli istituti tecnici: un ddl approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso anno, che poi ha ottenuto il via libera del Senato a gennaio e ora è in discussione alla Camera. Durante il dibattito, il Movimento 5 stelle ha proposto un emendamento in particolare che ottenuto l'appoggio anche di altre forze dell'opposizione: cancellare la parola "addestramento" dal testo. Ma il ministro Valditara si è difeso leggendo la definizione dell'enciclopedia Treccani in Aula, e poi citando il passaggio della legge in cui la parola viene usata.

Cosa dice la legge Valditara su istituti tecnici e "addestramento"

Si tratta, in particolare, di un passaggio dell'articolo 1 del testo del ddl. Al comma 6, si elencano alcune caratteristiche che la nuova sperimentazione per i percorsi tecnici da quattro anni dovrà avere. Tra queste c'è "la stipula di contratti di prestazione d'opera per attività di insegnamento e di formazione nonché di addestramento nell'ambito delle attività laboratoriali e dei percorsi per le competenze trasversali e per l'orientamento con soggetti del sistema delle imprese e delle professioni".  Insomma, laboratori e percorsi di orientamento legati alle aziende per "addestrare" gli studenti al mondo del lavoro.

Il termine, come detto, ha suscitato polemiche. La deputata Michela De Biase (Pd) ha sottolineato che "la parola corretta è insegnare. A essere addestrati sono i soldati". Gaetano Amato, del M5s, ha attaccato: "Con questo provvedimento la scuola viene ridotta a luogo per sfornare lavoratori, quasi dovesse sostituire i centri di addestramento professionale del passato. Noi ci opponiamo e continuiamo a credere nella scuola come luogo di formazione di persone con pensiero critico", mentre l'altro M5s Antonino Iaria ha scherzato: "Avete confuso la scuola con il modulo di iscrizione a Gioventù nazionale".

Elisabetta Piccolotti (Avs) ha detto che l'uso della parola addestramento "umilia i nostri studenti" e "tradisce una concezione della scuola e dell'istruzione che poco ha a che vedere con quella sancita dalla Costituzione". Valentina Grippo, di Azione, ha sottolineato che nel ddl "erano sfuggiti termini non propriamente costituzionali, che in commissione abbiamo limato e corretto. Che rimanga questo termine in una proposta che parla di scuola, dovrebbe mettere in imbarazzo il ministro".

La risposta del ministro (e la vera definizione dell'enciclopedia Treccani)

Dopo le critiche, il ministro Valditara ha preso la parola in Aula: "Vorrei citare l'enciclopedia Treccani", ha affermato, prima di leggere: "A proposito di addestramento parla di ‘istruire, preparare, impratichire'". Poi ha citato il passaggio del ddl in cui appare il termine, per concludere e rivendicare: "È la parola corretta. Mi dispiace che evidentemente ci sia – voglio sperare – un fraintendimento. È la parola corretta in relazione a quello che dice la lingua italiana e afferma la legge".

Va sottolineato che l'enciclopedia, alla voce "addestramento" disponibile online, si limita a definirlo come "l’azione, l’opera e l’effetto dell’addestrare o dell’addestrarsi", per poi portare diversi esempi: l'addestramento militare, i campi di addestramento per "istruire ed esercitare i partecipanti nell’uso di armi ed esplosivi", l'addestramento professionale per "la capacità produttiva dei lavoratori", e infine l'addestramento degli animali. Nell'elenco dei sinonimi e contrari, invece, si parla di "allenamento, ammaestramento, avviamento" prima di arrivare a "educazione, esercitazione, esercizio, formazione, insegnamento, istruzione, pratica".

In ogni caso, la risposta polemica del ministro non è stata apprezzata dall'opposizione: "Non c'è fraintendimento, è la parola sbagliata nel posto sbagliato", ha replicato Franco Mari (Avs). Anche Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana, ha preso la parola: "Ministro, non serve la Treccani. La parola sta bene lì perché questo è il vostro obiettivo". Stessa linea per gli esponenti del M5s della commissione Cultura: "È proprio quella l'intenzione del governo: addestrare gli studenti e ammaestrarli all'obbedienza come cavie da laboratorio".

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