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Ministro Nordio chiude caso Apostolico e assolve Salvini, ma non spiega dove ha preso video della giudice

Il ministro Nordio ha fatto sapere che il suo ministero ha indagato sui video della giudice Iolanda Apostolico che la Lega ha condiviso a ottobre, e ha stabilito che venivano da fonti pubbliche. Insomma, non sarebbero stati parte di un ‘dossieraggio’ ai danni della magistrata. La spiegazione su almeno uno dei tre, però, non torna.
A cura di Luca Pons
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Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha ‘chiuso' il caso Apostolico, legato alla giudice Iolanda Apostolico che a inizio ottobre era stata attaccata dal governo Meloni per non aver applicato un suo provvedimento sui migranti con una sentenza. Nelle settimane successive alla polemica, molti esponenti dell'esecutivo avevano rivolto duri attacchi personali alla magistrata, e la Lega di Matteo Salvini aveva pubblicato diversi video che la ritraevano a una manifestazione di protesta del 2018.

Salvini non ha mai chiarito da dove venissero questi video, ma il ministro Nordio ha affermato che si trattava di filmati pubblici. Lo ha fatto in una risposta scritta a un'interrogazione in Senato, dove ha anche detto che bisognerebbe valutare la possibilità di riportare in vigore una norma che permetteva di punire i magistrati se questi hanno un comportamento tale da "compromettere l'indipendenza, la terzietà e l'imparzialità", anche solo "in apparenza". Il problema è che dei tre video postati dalla Lega, su almeno uno il ministero ha dato una spiegazione tutt'altro che soddisfacente.

"I video condivisi dalla Lega erano tutti pubblici", ma uno resta senza spiegazione

Nella risposta, Nordio ha fatto sapere che il ministero della Giustizia ha svolto un'indagine sul caso, rivolgendosi a un "assistente informatico" che è stato in grado di recuperare i video pubblicati dalla Lega "accedendo a informazioni di natura esclusivamente pubblica". Per quanto riguarda la protesta nel porto di Catania, il video si può trovare su YouTube, ma si vede che la giudice "appare rimanere in silenzio per tutto il tempo" senza unirsi a chi sta contestando le forze di polizia presenti.

Uno dei video, va detto, resta senza spiegazione per quanto riguarda la sua origine. Infatti, gli esperti del ministero non hanno fatto altro che concludere che il filmato "è stato rinvenuto sulla pagina Twitter Lega Salvini Premier", e che la giudice "è la persona cerchiata di rosso" nel video stesso. Peccato che si tratti di un tweet di ottobre 2023, postato dalla Lega proprio in polemica con Apostolico, e girato (si presume) durante una manifestazione del 2018. La domanda che resta senza risposta, invece, è chi abbia ripreso questo video, dove sia stato pubblicato e come abbia fatto il partito di Salvini a procurarselo e condividerlo cinque anni dopo.

La proposta di Nordio: punire i magistrati che non sembrano imparziali

Il ministro della Giustizia ha stabilito quindi che non sono emersi comportamenti illeciti né da parte della giudice né da Matteo Salvini, che avrebbe recuperato i video su di lei da fonti pubbliche (anche se resta la questione di come siano emersi così rapidamente dei video di cinque anni prima, e di uno di questi non è stata chiarita l'origine al di là del profilo Twitter della Lega). Concludendo la sua risposta all'interrogazione, Nordio ha aggiunto che per "evitare il ripetersi di situazioni analoghe", bisognerebbe valutare di reintrodurre un vecchio articolo di legge, varato nel 2006 e subito abrogato.

Si tratta di una norma che inserisce tra i divieti del magistrato quello di "tenere comportamenti, ancorché legittimi, che compromettano la credibilità personale, il prestigio e il decoro del magistrato o il prestigio dell'istituzione giudiziaria". Questo significherebbe creare un illecito, e quindi una punizione, per qualunque comportamento tale da "compromettere l'indipendenza, la terzietà e l'imparzialità del magistrato, anche sotto il profilo dell'apparenza". Insomma, un magistrato dovrebbe stare attento anche quando non è al lavoro a non fare nulla che lo possa far sembrare in qualche modo imparziale, per evitare sanzioni.

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