Beatrice Lorenzin, ministro della Salute nominata da Enrico Letta e riconfermata da Matteo Renzi la ricorderò sempre per la dichiarazione sulla Terra dei fuochi e sulle tante patologie mortali attribuibili a «errati stili di vita» e non ai veleni in aria, acqua e terra. A questo giro però ha cacciato un'altra perla degna di nota, in una intervista al Corriere della Sera. Argomento: la legalizzazione della cannabis. Dice Lorenzin che contro le canne vuole campagne pubblicitarie «che siano un inno alla vita» perché «oggi i giovani stanno in compagnia per sballarsi. Bevono per sballarsi. Si drogano per sballarsi. Hanno perso il gusto della vita».
Chiudo gli occhi e mi sembra di vedere una campagna di Nancy Reagan degli anni Ottanta. Il termine ‘sballare' del resto rende pienamente il distacco tra la realtà e il ministro. Ma chi dice più ‘sballare‘? Lo senti al massimo nelle repliche di ‘Drive In' su Italia 2 la notte.
«Non c’è bisogno della bottiglia per innamorarsi. Né della cannabis per ballare freneticamente in discoteca» dichiara ancora l'incredibile Lorenzin che distorce la realtà assimilando dipendenza da alcol a consumo di cannabis e confondendo i piani. Sa, signor ministro, dopo una bella canna l'ultima cosa che le viene in mente è fare qualcosa di ‘frenetico'. «C’è una vita piena di sole oltre la plastica delle droghe» è infine lo slogan della responsabile di governo sul fronte Salute. Penso faccia parte di uno storytelling già definito, messo nero su bianco da qualche genio della comunicazione. E non voglio nemmeno immaginare di cosa era fatto il creativo che ha pensato uno slogan simile.