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Ministro D’Incà a Fanpage.it: “Il nuovo decreto approderà il 30 aprile in Consiglio dei ministri”

Il ministro Federico D’incà, intervistato dal direttore di Fanpage.it Francesco Piccinini, ha annunciato che il nuovo decreto approderà in Consiglio dei ministri il prossimo 30 aprile: “La prossima settimana voteremo il Documento di economia e finanza, poi voteremo lo scostamento, tra il 29 e 30. Poi in Consiglio dei ministri il 30 delibereremo sul decreto di aprile”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D'Incà è stato intervistato dal direttore di Fanpage.it Francesco Piccinini. Con la fase 2 dell'emergenza, secondo il piano di ripartenza che il governo sta studiando insieme al comitato di esperti guidato da Vittorio Colao, dal prossimo 4 maggio potrebbero rimettersi in moto tra i 2,7 e i 2,8 milioni di italiani.

"Stiamo lavorando in queste ore con l'Iss e con il comitato guidato da Colao per avere quella definizione tecnica e scientifica che ci consentirà di stabilire i prossimi passi. Nei prossimi giorni gli esperti del comitato scientifico ci daranno indicazioni più precise. E il presidente Conte tra il fine settimana e la prossima settimana dirà quale sarà la strada. I casi nel nostro Paese sono ancora superiori ai 100mila, quindi ci vuole la massima prevenzione e precauzione. Chiaramente il Paese deve riprendersi dal punto di vista economico, quindi deve ripartire l'industria, ma con le giuste modalità", ha spiegato il ministro.

Sul rinvio delle elezioni regionali, che erano previste per la primavera 2020, il ministro ha detto che il voto a luglio sarebbe stato prematuro: "È chiaro che ci sono interessi diversi in campo. Se andremo a votare tra il 6 di settembre e i primi di novembre, avremo il deposito delle liste a fine agosto e la raccolta delle firme per le liste nel mese di agosto. Sicuramente in un momento in cui i numeri del contagio saranno diminuiti. Dobbiamo decidere poi se fare un unico ‘election day', perché avremo comunque le amministrative tra il 15 di settembre e il 15 dicembre, e poi avremo il referendum costituzionale. Avere un'unica data ci permette di risparmiare e di avere anche un'interruzione scolastica per pochissimi giorni, viste le difficoltà che gli studenti hanno già avuto in questi ultimi mesi".

D'Incà ha anche anticipato che il decreto di aprile, in cui ci saranno oltre 50 miliardi, verrà varato entro giorno 30 di questo mese: "La prossima settimana voteremo il Documento di economia e finanza, poi voteremo lo scostamento, tra il 29 e 30. Poi in Consiglio dei ministri il 30 delibereremo sul decreto di aprile. È slittato, ma questo ci permetterà di avere i dati aggiornati fino all'ultimo giorno del mese, e quindi di lavorare al meglio sotto il profilo economico. Stiamo lavorando ininterrottamente da 60 giorni". 

Sullo svuotamento dell'Aula, di cui si sono lamentate opposizioni, ha detto: "Io sono sempre stato in Parlamento, ci sono stati sempre lavori in Parlamento, nelle settimane in cui non c'erano atti legislativi ci sono state varie informative, su richiesta dei gruppi parlamentari sono stati sentiti ministri e membri del governo, il Parlamento c'è, funziona, è il luogo della democrazia del nostro Paese. Ringrazio il presidente Fico e la presidente Casellati per il ruolo di mediazione all'interno dei gruppi che ha permesso che i lavori andassero avanti al meglio".

Domani si terrà il vertice dei leader Ue, il direttore Piccinini ha domandato se l'Italia accetterà i 37 miliardi per la Sanità, senza condizioni, previsti dal Mes: "Il M5s ha condotto sempre una grande battaglia contro il Mes, perché è uno strumento fortemente asimmetrico, perché quando è stato utilizzato in altri Paesi ha prodotto gravi difficoltà. Grazie al M5s siamo riusciti a modificare il percorso sul Mes, e l'Europa ha fatto più strada nelle ultime cinque settimane, che nei dieci anni precedenti. Oggi abbiamo il fondo Sure, con 100 miliardi a disposizione per la cassa integrazione, abbiamo 240 miliardi della Bce soltanto per l'Italia, e una discussione finalmente sugli Eurobond, e questo è merito del presidente Conte e di una maggioranza unita. Il Mes passerà comunque dal voto del nostro Parlamento, e quindi sono sicuro del tipo di approccio. Sento che anche la Germania si sta spostando dalla sua posizione, perché non ci si salva da soli. Il virus non conosce Schengen. Ci deve essere comunque chiarezza sulle condizionalità. 37 miliardi sono veramente poca cosa in questo momento".

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