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Guerra in Ucraina

Ministro Crosetto critica parole di Macron sull’invio di soldati in Ucraina: “Così alza la tensione”

Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha detto di non capire le ultime dichiarazioni del presidente francese Macron, che non ha escluso l’invio di soldati in Ucraina nel caso in cui la situazione peggiorasse. Crosetto ha ribadito che l’Italia non invierà truppe armate: “Non esistono le condizioni”.
A cura di Luca Pons
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"Non giudico un presidente di un paese amico come la Francia, ma non comprendo la finalità e l’utilità di queste dichiarazioni". Il ministro della Difesa Guido Crosetto, pur mantenendo toni diplomatici, ha commentato in modo netto le ultime dichiarazioni del presidente francese Emmanuel Macron sulla guerra in Ucraina. Macron ha dichiarato che "non si può escludere a priori" l'invio di truppe di terra in Ucraina, se la Russia dovesse "sfondare le linee del fronte" e se "Kiev lo richiedesse".

Per Crosetto si tratta di parole che "oggettivamente innalzano la tensione", poiché alludono a una escalation militare del conflitto con il coinvolgimento diretto degli eserciti della Nato. In un'intervista al Corriere della Sera, il ministro italiano ha ribadito che il nostro Paese non parteciperà a un eventuale intervento armato. Il motivo, ha spiegato, è che "abbiamo nel nostro ordinamento il divieto esplicito di interventi militari diretti, al di fuori di quanto previsto dalle leggi e dalla Costituzione. Possiamo prevedere interventi armati solo su mandato internazionale, ad esempio in attuazione di una risoluzione dell’Onu".

Si se parlasse di uno schieramento dell'esercito in Ucraina, invece, "non solo non rientrerebbe in questo caso, ma innescherebbe una ulteriore spiralizzazione del conflitto che non gioverebbe soprattutto agli stessi ucraini. Insomma, non esistono le condizioni per un nostro coinvolgimento diretto". Nella sua critica a Macron, comunque, Crosetto ha escluso che a spingerlo siano motivazioni elettorali: "Forse vogliono riaccendere un faro su una guerra, che i media avevano dimenticato. Purtroppo, si va a mode anche sui conflitti, va detto".

L'Italia comunque continuerà nel suo supporto, anche militare, a Kiev. Anche perché, se l'Ucraina dovesse cedere ed essere definitivamente invasa, la conseguenze sarebbero gravi: "Se i Russi arrivassero a Kiev, se conquistassero un paese sovrano, se dessimo per scontato che si può invadere un altro paese solo perché si è più forti, sarebbe un disastro per tutti".

Infine sui malumori della Lega, che chiede di spingere meno sulle armi e più sui negoziati (allineandosi in questo a parte del Partito democratico e al Movimento 5 stelle), il ministro ha sminuito: "La Lega ha votato sempre assieme al resto della maggioranza. In ogni caso, il discorso è semplice e vale per tutti. Al di là della simpatia o meno per il Zelensky, se non si vuole aiutare l’Ucraina per ragioni ideali, lo si faccia per ragioni pratiche o addirittura per interesse: se cede quell’argine", l’Italia "non ha una difesa autosufficiente".

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