Minacce social dai filo-russi a Di Maio, “ammazzatelo”, Draghi: “Attacchi ignobili, lo sostengo”
"Esprimo massima solidarietà al ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, per le ignobili minacce ricevute. Il governo appoggia in pieno il suo impegno a difesa dell'Ucraina e a favore della pace". Interviene così il premier Mario Draghi nel giorno in cui sono emerse diverse minacce di morte via social contro l'esponente del Movimento 5 stelle, mai così violente.
Sono apparse su una serie di chat di Telegram filo-Putin, dove alcuni utenti augurano la morte del ministro in modo becero, mentre altri invitano effettivamente a procedere per ucciderlo. Il tutto con tanto di immagini di bare ed asce ed auspici rivolti allo stesso Putin, a cui si chiede di intervenire. Molti di questi utenti, poi, sfoggiano la lettera Z, il brand proposto dalla Russia per rivendicare l'attacco in Ucraina.
Di Maio paga la netta pesa di posizione presa fin dall'inizio del conflitto contro il presidente russo e a favore di Kiev. Per questo già a fine febbraio aveva attirato le critiche e le minacce del Cremlino, con il ministro russo degli Esteri Lavrov che lo aveva provocato parlando di "viaggi a vuoto, mangiando piatti esotici". Oggi, però, Di Maio ribadisce di continuare a lavorare per "arrivare a un cessate il fuoco, mentre chiediamo la de-escalation". Quindi assicura che l'esecutivo sta dando il massimo "per raggiungere una tregua umanitaria e ritrovare pace e stabilità in Ucraina e in Europa: non saranno le minacce a fermare la nostra azione di condanna della guerra di Putin".
Nel frattempo il ministro continua a viaggiare in Africa e in Medio Oriente per cercare fonti di approvvigionamento alternative al gas e al petrolio russi. L'obiettivo di rendersi autonomi da Mosca è stato confermato anche dal collega della Transizione ecologica Roberto Cingolani, che ha parlato di "dipendenza insopportabile", mentre Di Maio ha spiegato che dall'Italia non ci sarà "nessun veto all'eventuale embargo alla Russia sull'energia".
La solidarietà a Di Maio per le minacce ricevute è stata bipartisan. A manifestargli subito sostegno è stato Conte, poi anche Salvini, Letta e Meloni. Quindi hanno suggerito al ministro di non lasciarsi intimidire Boschi da Italia Viva e la presidente del Senato Casellati da Forza Italia.