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Minacce dai no vax al presidente del Veneto Luca Zaia: “Se ti prendo ti sparo in bocca”

Luca Zaia ha ricevuto minacce di morte: “Era un militare – ha spiegato il governatore del Veneto – ma non ho voluto rovinarlo e gli ho chiesto di fare volontariato”. Il presidente di Regione si è detto preoccupato per “un brutto clima che non può essere sottovalutato”, facendo un appello perché simili casi siano perseguiti e non considerati solo critica politica.
A cura di Giuseppe Pastore
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Minacce e accuse di complotto rivolte al presidente della Regione Veneto Luca Zaia che lancia l'appello a non sottovalutare situazioni simili perché troppo "spesso vengono derubricate a semplice critica politica". A raccontarlo è stato lo stesso governatore nel corso della conferenza stampa di presentazione dei dati relativi al contagio da Covid-19. "Uno mi ha scritto ‘se ti prendo ti sparo in bocca'", ha raccontato Zaia, spiegando che la persona è stata poi identificata come un militare: "Potevo andare avanti con la querela, ma non ho voluto rovinarlo e gli ho chiesto di fare volontariato". È uno dei tanti messaggi che sono arrivati al presidente del Veneto, in una campagna contro di lui che va avanti da tempo con tanto di video della sua abitazione privata che circolavano in rete, secondo quanto riporta il Gazzettino. Zaia si è detto preoccupato per un clima che definisce "brutto" e "alimentato da fake news, spesso anche da gente fuori di testa e che magari è diventata anche trascinatrice sui social".

Zaia accusato anche di sapere del Covid prima che arrivasse

In uno degli attacchi ricevuti si legge: "Il traditore Luca Zaia e sua moglie sapevano del colpo di Stato pandemico già ad ottobre 2019. Amici veneti, stiamo raccogliendo le prove per accusare Zaia, sua moglie e alcuni assessori di alto tradimento della nazione italiana. Siamo certi che le date dei lockdown e tutto il piano di restrizioni attuate siano state pianificate a tavolino e comunicate a Zaia tra luglio e ottobre 2019". Per Zaia è un inaspettato strascico della pandemia: "C'è un rischio, e sarebbe il peggiore – ha detto in conferenza stampa – che il Covid oltre a lasciarci lo strascico delle morti della malattia e della tragedia, ci lasci lo strascico parallelo di una società spaccata a metà".

"Noi veniamo accusati addirittura di aver ammazzato le persone in terapia intensiva – ha proseguito Zaia, in nome di tutti gli amministratori locali che hanno dovuto gestire le conseguenze della pandemia – Oppure che i vaccini fanno parte di una strategia per portare soldi alle big pharma o che con il tampone si inserisce un microchip nel naso. Ma ci rendiamo conto?". Minacce simili e attacchi via social hanno interessato nelle ultime ore anche il ministro della Salute Roberto Speranza e diversi giornalisti. L'appello di Zaia è ad intervenire subito per evitare che simili messaggi possano sfociare in atti di violenza: "Se il problema non è chi derubrica queste segnalazioni, ma la legge, allora la legge deve essere rivista. Non possiamo occuparci del problema solo quando viene trovata la catena o il tirapugni".

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