Mimmo Lucano condannato a 18 mesi per falso, assolto dalle accuse più gravi: la sentenza definitiva
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È definitiva la sentenza nel processo a Mimmo Lucano, sindaco di Riace e parlamentare europeo di Sinistra italiana: una condanna a 18 mesi di carcere (con pena sospesa) per falso in una delibera comunale. A pesare è soprattutto l'assoluzione per tutti gli altri reati che gli erano stati imputati: la condanna in primo grado, nel 2021, era stata di 13 anni e due mesi di reclusione per truffa, peculato, falso ideologico e abuso d'ufficio, con l'aggravante di aver "costituito un'associazione a delinquere" per l'accoglienza di persone migranti.
Quelle accuse erano poi cadute nel processo di appello. La sentenza era arrivata a ottobre 2023 e aveva di fatto sovvertito il primo grado, ritenendo infondate le accuse per tutti i reati principali e affermando che sostanzialmente non c'era stata alcuna associazione a delinquere per commettere illeciti.
Era rimasta in piedi una sola accusa, per falso, relativa a una delibera comunale (su 57 che erano imputate). Per questa, il sindaco era stato condannato a 18 mesi. La Cassazione oggi ha confermato quella condanna e ha respinto la richiesta della Procura generale di ripetere il processo di secondo grado. I giudici hanno detto di no anche al ricorso di Lucano, che chiedeva di annullare la condanna rimasta. "Si conclude una storia processuale ingiusta che aveva colpito una persona perbene ed un uomo giusto", ha commentato Andrea Daqua, avvocato di Lucano.
L'europarlamentare è stato sindaco di Riace, piccolissimo Comune in provincia di Reggio Calabria, per quattro mandati. Tre dal 2004 al 2018, e uno attualmente in corso iniziato nel 2024. Ad attirare l'attenzione nazionale – e poi quella dei magistrati – su di lui era stato il modello lanciato per l'accoglienza di persone migranti nel Comune. Dal 2009 Riace era diventato un luogo in cui molte persone trovavano accoglienza dopo aver attraversato il Mediterraneo, e il fenomeno era diventato particolarmente significativo negli anni in cui gli arrivi in Italia erano aumentati.
Nel 2016 una relazione critica della prefettura di Reggio Calabria aveva spinto il ministero dell'Interno a bloccare i fondi per il Comune, e si era aperta un'indagine. Nel 2017 Lucano era finito nel registro degli indagati – le accuse erano di concussione, truffa aggravata ai danni dello Stato e abuso d'ufficio. A ottobre 2018 erano scattatati gli arresti domiciliari, ed era stato sospeso dalla carica di sindaco. Nel 2019 era stato rinviato a giudizio per abuso d'ufficio e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.
La prima condanna, come detto, era poi arrivata a settembre 2021. La pena era stata quasi doppia rispetto a quella richiesta dalla Procura di Locri, perché il giudice aveva deciso di passare dall'abuso d'ufficio alla truffa aggravata. Il secondo grado aveva poi ridotto la pena a 18 mesi. Lucano è stato condannato anche dalla Corte dei Conti, a ottobre dello scorso anno, per delle irregolarità amministrative nel ‘modello Riace': il risarcimento complessivo è stato stimato a 531.327,65 euro.
"Oggi con la sentenza della Cassazione si chiude una brutta pagina per il nostro Paese. Il tentativo di criminalizzare un’esperienza straordinaria come quella di Riace viene definitivamente sconfessato", ha detto Nicola Fratoianni, leader di Sinistra italiana. "È un giorno felice non solo per Mimmo Lucano, che è stata la principale vittima di quel tentativo, ma anche per tutti coloro che continuano a pensare che esista un’alternativa alla gestione emergenziale e ‘cattivista' di un grande fenomeno strutturale come l’immigrazione".