Milleproroghe, Mattarella promulga il decreto con riserva e richiama Camere e governo sui balneari
Promulgato con riserva il decreto Milleproroghe. Il Presidente Mattarella torna a scrivere alle Camere e al governo, per richiamare esecutivo e Parlamento. Il testo ha dei problemi, che vanno risolti con il primo provvedimento utile – scrive il capo dello Stato – che però decide di promulgare ugualmente il decreto per una ragione molto semplice: "Sono consapevole della delicatezza, sotto il profilo costituzionale, del rinvio alle Camere esercitato nei confronti di una legge di conversione di un decreto-legge, a pochi giorni dalla sua scadenza – sottolinea Mattarella – farebbe, inevitabilmente, venir meno, con effetti retroattivi, in molti casi in maniera irreversibile, tutte le numerose altre disposizioni che il decreto-legge contiene, determinando incertezza e disorientamento nelle pubbliche amministrazioni e nei destinatari delle norme. Ho ritenuto, quindi, di promulgare la legge di conversione in questione".
Il Presidente della Repubblica lo dice chiaramente: l'unico motivo per cui ha promulgato il Milleproroghe senza rispedirlo in Parlamento è il fatto che ci sono moltissime misure che sarebbero decadute. Ma proprio su questo, ancora Mattarella, insiste: "Il testo del decreto-legge contiene, in seguito all'esame parlamentare, 205 commi aggiuntivi rispetto ai 149 originari. È del tutto evidente come, trattandosi di provvedimenti che, per loro natura, attengono ad ‘ambiti materiali diversi ed eterogenei', quando se ne smarrisce la ratio unificatrice, rappresentata dall'esigenza regolatoria di carattere temporale, si trasformano in decreti-legge omnibus del tutto disomogenei, vale a dire in meri contenitori dei più disparati interventi normativi". Anche qui, messaggio chiaro: il Milleproroghe viene utilizzato tutti gli anni per prorogare delle norme urgenti in scadenza, ma sta diventando sempre più un decreto confuso in cui vengono inserite misure di ambiti completamente diversi.
Infine Mattarella viene anche alla questione più importante, che va corretta immediatamente con il primo provvedimento utile: il rinvio di un anno della rimessa a bando delle concessioni balneari. "È evidente che i profili di incompatibilità con il diritto europeo e con decisioni giurisdizionali accrescono l'incertezza del quadro normativo e rendono indispensabili, a breve, ulteriori iniziative di governo e Parlamento – scrive il Presidente della Repubblica a Camere e governo – Sarà infatti necessario assicurare l'applicazione delle regole della concorrenza e la tutela dei diritti di tutti gli imprenditori coinvolti, in conformità con il diritto dell'Unione, nonché garantire la certezza del diritto e l'uniforme applicazione della legge nei confronti dei soggetti pubblici e privati che operano in tale ambito".