Milleproroghe 2011: il Consiglio dei Ministri discute sulle modifiche
Dopo le perplessità palesate dal Presidente Napolitano durante l’incontro con Berlusconi circa l’incostituzionalità del decreto Milleproroghe, a parlare è Giulio Tremonti che ha confermato la disponibilità del Governo a modificare il testo del decreto. Il Ministro dell’Economia fa sapere però che gli ulteriori emendamenti riguarderanno soltanto alcuni temi: “La mia valutazione è che ci deve essere l'impegno da parte del governo e anche dal Parlamento a non deviare dallo schema del decreto, mettendo contenuti eterogenei.”
La decisione è frutto di una serie di consultazioni avvenute in questi giorni con i capigruppo della maggioranza, quelli del Pd e il presedente della Camera, Gianfranco Fini. I punti del decreto Milleproroghe oggetto di revisione riguarderanno la normativa sui precari della scuola e della Consob; quelle sugli immobili romani acquisiti a seguito di confisca; le demolizioni delle case abusive in Campania, la norma sugli incroci proprietari di tv e giornali; la proroga che riguarda la presidenza dell'autorità sugli appalti; e infine la proroga delle concessioni dei contratti nella zona dell'Etna.
Per niente soddisfatto il centrosinistra: Franceschini, presidente dei deputati del Pd, ha fatto sapere che reputa inconsistenti le modifiche proposte da Tremonti. A fargli eco le dichiarazioni di Antonio Borghesi, vicepresidente dei deputati dell’Idv che ha tuonato: “Le modifiche illustrate da Tremonti sono irrilevanti rispetto a quanto richiesto dal presidente della Repubblica. Se il testo rimane questo e non ci saranno le modifiche sostanziali necessarie, Italia dei valori continuerà a votare contro”.
Intanto si infiamma la polemica sul rinvio del decreto. Agli Stati Generali di Roma Capitale, il premier Silvio Berlusconi è intervenuto sulla lentezza e le difficoltà di approvazione del Milleproroghe definendolo un “purosangue” che, dopo il passaggio in Parlamento, è diventato un decreto “ippopotamo”, addossando così la responsabilità degli intoppi sulle riforme al Parlamento.
Dura la reazione alle parole del Premier da parte del capo gruppo del Pd al Senato, Angela Finocchiaro, che controbatte: “La colpa di quanto è avvenuto, ed è l'ennesima volta è sua e del suo governo, che ha trasformato quel decreto in una sorta di finanziaria pasticciata e indigeribile.” Quanto alle dichiarazioni di Berlusconi sul Parlamento, la Finocchiaro afferma: “Invece di criticarli Berlusconi porti rispetto al Parlamento e al Capo dello Stato e ripassi, se se le ricorda, le norme costituzionali del suo Paese”.