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Militanti del Pd contro il voto sulla Libia: “Noi iscritti chiediamo il rispetto dei diritti umani”

“Noi militanti abbiamo assistito attoniti al voto espresso dai nostri parlamentari, contrario a quanto avevamo deciso negli organismi dirigenti. Ieri la maggioranza del gruppo PD, tranne 8 deputati, ha votato insieme alla Lega e al Movimento 5 Stelle per rifinanziare la guardia costiera libica”: i militanti del Pd protestano contro il voto alla Camera, che ha approvato il rifinanziamento della missione in Libia.
A cura di Annalisa Girardi
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La Camera ha confermato il rifinanziamento delle missioni militari internazionali, compresa quella in Libia. Dopo il voto in Senato dello scorso 7 luglio, è arrivato anche il via libera di Montecitorio: il testo è stato votato in due parti separate, alla luce anche delle divisioni già apparse nella maggioranza sulla questione Libia. Sugli interventi nel Paese nordafricano, dilaniato dalla guerra civile, hanno votato a favore 401 deputati. Solo 23 si sono detti contrari e uno si è astenuto. I militanti del Partito democratico hanno quindi condannato la posizione espressa dai dem in aula, sottolineando come questa fosse in aperto contrasto con quanto stabilito negli organismi dirigenti: "Ieri la maggioranza del gruppo Pd, tranne otto deputati, ha votato insieme alla Lega e al Movimento Cinque Stelle per rifinanziare la guardia costiera libica. Ha votato contro la posizione espressa dall’unico organismo nazionale rappresentativo degli iscritti", ha scritto sulla sua pagina Facebook Nella Converti, ex vicesegretaria del Pd del VI Municipio della capitale, che un anno e mezzo fa aveva abbandonato il ruolo proprio accusando troppe divergenze proprio con i vertici dem.

Rivolgendosi al segretario del Pd, Nicola Zingaretti, e alla presidente, Valentina Cuppi, la militante sottolinea come "gli iscritti avevano chiesto il rispetto dei diritti umani" e "non l'utilizzo dei soldi dei cittadini italiani per finanziare chi uccide, stupra, tortura". Diversi organismi internazionali hanno più volte sottolineato come la Libia sia teatro di sistematiche violazioni di diritti umani: il Consiglio d'Europa ha chiesto all'Italia di sospendere le attività di cooperazione con la guardia costiera di Tripoli. Anche le Nazioni Unite hanno più volte descritto i campi di detenzione per migranti come dei lager in cui queste persone veniva sistematicamente sottoposte a torture e abusi. Non solo: la Corte internazionale de L'Aja ha anche avviato un'indagine per crimini contro l'umanità nei confronti delle autorità libiche proprio per il trattamento riservato ai migranti. Accuse di questo tipo nei confronti di Tripoli sono state confermate anche da altri numerosi report redatti da Oim, Amnesty International, Save the Children, Unhcr, Croce Rossa Internazionale e dall'Unione Europea.

Quindi si ricorda come lo scorso 22 febbraio l'assemblea nazionale avesse già approvato un ordine del giorno in cui veniva definita una linea di azione molto chiara in materia. "Perché quindi la posizione espressa dai nostri parlamentari è stata diametralmente opposta a quella sostenuta all’unanimità il 22 febbraio dai membri dell’assemblea nazionale? Da militanti, iscritti, da persone che ci mettono la faccia ogni giorno, in sezione e per le strade delle nostre città, non solo ci sentiamo messi da parte dal nostro stesso partito, ma pretendiamo di sapere per quale motivo il gruppo parlamentare abbia votato contrariamente al parere espresso dagli iscritti", prosegue il post. Puntando nuovamente il dito contro i vertici del partito e affermando che "i diritti umani non possono essere oggetto di baratti per tenere in vita il governo".

Tra i deputati del Pd che hanno votato contro il rifinanziamento della missione in Libia c'è anche Matteo Orfini, che ha preso la parola in aula per motivare il suo voto: "Dobbiamo rimanere in Libia per risolvere i problemi, non per armare e addestrare chi li crea. Per difendere i più deboli, non per pagare e finanziare chi li tortura. Un grande Paese, e l'Italia lo è, mette al centro della politica estera la difesa dei diritti umani. Oggi ci si sta chiedendo di chiudere gli occhi di fronte alla barbarie e alla sistematica violazione di quei diritti. Io non lo farò, voterò contro la missione che prevede il rifinanziamento della guardia costiera libica, e spero davvero che quest'aula, in un sussulto di libertà, trovi la dignità di difendere la storia del nostro Paese", ha detto.

Anche la deputata dem Giuditta Pini ha votato contro: "Sono intervenuta alla Camera per spiegare perché non posso e non possiamo votare il rifinanziamento alla guardia costiera libica. Non è idealismo, si tratta di smettere di essere complici dei trafficanti di esseri umani", ha scritto sulla sua pagina Facebook. E sul segretario Zingaretti, che dopo il voto aveva esultato per il fatto che la maggioranza avesse tenuto sulla politica estera, ha commentato: "Non avrei mai voluto vedere il segretario del mio partito gioire per il rifinanziamento della Guardia Costiera Libica, soprattutto dopo che l'assemblea che lo ha eletto segretario aveva detto basta".

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