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Milei ad Atreju invita la destra a combattere la sinistra “come una falange romana”, e cita Lenin

Il presidente argentino Javier Milei ha partecipato ieri al raduno di Atreju, la kermesse di Fratelli d’Italia, dove ha parlato anche della “necessità di dare vita ad un internazionalismo della destra”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il presidente argentino, l'ultraliberista Javier Milei, è stato l'ospite internazionale più atteso ad Atreju, la kermesse di Fratelli d'Italia, in corso al Circo Massimo di Roma. Il presidente ultraliberista è stato salutato dal pubblico al grido di "Libertà, libertà", e ha iniziato il suo discorso con un saluto in lingua spagnola: "Hola todos".

"Come diceva Lenin, che era di sinistra ma ci capiva, senza teoria rivoluzionaria non ci può essere movimento rivoluzionario", ha scandito dal palco, parlando anche della "necessità di dare vita ad un internazionalismo della destra".

"Siamo di fronte ad un cambio epocale. Il virus woke sta cedendo di fronte ad una nuova politica. Dobbiamo rimanere uniti e stabilire canali di cooperazione in tutto il mondo", ha detto.

"Lunga vita alla libertà, dannazione!", è il suo classico slogan, ripetuto più volte durante il suo discorso. E con lo stesso slogan – ¡Viva la libertad, carajo! – ha concluso il suo intervento, suonato come un manifesto. Il leader ha invitato quindi la destra a combattere la sinistra "come una falange romana, nessuno deve rompere le linee. Quando l'avversario è forte l'unico modo di sconfiggerlo è con una forza maggiore".

"Dobbiamo essere all'altezza del momento storico, dobbiamo tenere aperti i canali di cooperazione tra noi in tutto il mondo", per una "internazionale di destra". Un discorso pieni di frasi a effetto, come "la migliore difesa è sempre un buon attacco" oppure "non si può essere tollerante con l'intollerante" o "dobbiamo imparare dai errori del passato".

E ancora: "Dare battaglia culturale al potere non è solo consigliabile, ma è un obbligo. Avere una buona idea è solo l'inizio". "Dicono che la politica è l'arte del possibile, ma noi stiamo dimostrando tutti i giorni che in realtà la politica è l'arte di rendere possibile ciò che i mediocri dicono che è impossibile" ha dichiarato in un passaggio. Poco prima aveva ricordato con enfasi le "grandi gesta civilizzanti che rappresenta l'Occidente". E questa causa, quella occidentale, "noi la difendiamo, è giusta e nobile, molto più grande di ognuno di noi".

Milei ha ottenuto la cittadinanza italiana

Javier Milei proprio ieri ha ottenuto dal governo italiano la cittadinanza italiana, essendo discendente di italiani, emigrati in Argentina all'inizio del Novecento. "Argentini e italiani: siamo uniti in una stirpe comune e legami profondi", ha detto Javier Milei, senza menzionare pubblicamente l'ottenimento del suo passaporto italiano. Anche la sorella di Milei, Karina, ha ricevuto la cittadinanza. La notizia ha subito suscitato polemiche: "Milei riceve cittadinanza italiana perchè uno o due nonni, 100 anni fa partiti dall'Italia erano arrivati in Argentina e quindi c'è un legame con il nostro Paese. […] Invece per i centinaia di migliaia, i milioni di italiani senza cittadinanza, che sono nati e cresciuti nel nostro Paese, che lavorano qui, pagano le tasse qui, ottenere la cittadinanza italiana resterà un calvario", ha commentato il segretario di +Europa, Riccardo Magi.

La legge italiana prevede infatti che gli stranieri debbano vivere in Italia per dieci anni prima di poter richiedere la naturalizzazione e i figli nati in Italia da genitori stranieri non possono richiedere la cittadinanza prima dei 18 anni.

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