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Migranti, tre bambini morti nel Mediterraneo: la Guardia nazionale tunisina ha speronato il barcone

La Guardia nazionale tunisina ha speronato un barcone carico di migranti nel Mediterraneo, era diretto in Europa. Tre bambini sono morti annegati.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Il Mediterraneo si conferma ogni giorno e ogni ora di più un mare di morte. Dalle acque tunisine arriva l'ultima terribile notizia: tre bambini sono morti in acqua durante una traversata verso l'Europa. Secondo quanto riportato dall'Agi, il naufragio è avvenuto ieri al largo di Chebba, una città portuale della Tunisia. Due imbarcazioni cariche di migranti sono state intercettate da due motovedette della Guardia nazionale tunisina. La prima è stata immediatamente bloccata dai militari di Tunisi, ed è stata ricondotta indietro al porto. L'altra, invece, ha tentato di fuggire dalla Guardia costiera. E così si è consumata la tragedia.

Pur di fermare il barcone, i militari hanno deciso di speronarlo. Nel video che è stato registrato durante l'operazione – visionato dai giornalisti dell'Agi – non è molto chiaro il momento dell'impatto, ma si vedono bene le conseguenze: diverse persone sono cadute in mare, mentre altre venivano spostate sulla motovedetta. "Razzisti! Guardate guardate, stanno annegando, hanno fatto annegare i nostri fratelli", si sente dire nel video da chi è ancora a bordo del barcone e deve essere trasferito sulla nave militare.

In questa situazione di confusione generale molti migranti sono riusciti ad aggrapparsi alla nave della Guardia nazionale tunisina, mentre il loro barcone – danneggiato dopo essere stato speronato – colava a picco, ma tre bambini non ce l'hanno fatta. Sono morti annegati, due di loro erano gemelli. Rientrati al porto i migranti superstiti sono stati aiutati dalle persone presenti. Tra le testimonianze raccolte dall'agenzia c'è quella di un uomo che dice di essersi vergognato di aver visto un'azione del genere compiuta da un mezzo istituzionale: "La gente al porto era sconvolta, tutti hanno aiutato come se in qualche modo volessero chiedere scusa a nome del nostro Paese". L'attività della Guardia nazionale tunisina è finanziata anche dall'Italia, nell'ambito dei programmi di contrasto all'immigrazione irregolare.

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