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Migranti trattenuti fino a 18 mesi nei Cpr, e nuove strutture in zone poco popolate: le nuove norme

Ieri il Consiglio dei ministri ha varato la stretta sui migranti annunciata nei giorni scorsi: le persone che entrano in modo irregolare in Italia potranno essere trattenute nei Cpr fino a 18 mesi.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il Consiglio dei ministri ha varato ieri la stretta sui migranti, dopo il record di sbarchi degli ultimi giorni: nuovi Centro per i rimpatri. E il tempo di trattenimento ai fini del rimpatrio all'interno dei Cpr, per chi non ha diritto a restare, si allungano dagli attuali sei mesi fino a 18. Le nuove norme saranno inserite all'interno del decreto Sud, che non è stato ancora bollinato. Del resto Giorgia Meloni era stata chiara: "L'obiettivo sono i rimpatri, non la redistribuzione".

Mentre il limite di trattenimento per i richiedenti asilo è già oggi di 12 mesi "e non verrà modificato", ha spiegato la premier, "ma diventerà effettivo grazie alla realizzazione dei necessari centri di permanenza per chiunque sbarchi illegalmente in Italia, richiedenti asilo compresi".

Fino a oggi il tempo di permanenza nei Cpr era di 3 mesi, prorogabile di altri 45 giorni per i cittadini dei Paesi che hanno sottoscritto accordi con l'Italia sui rimpatri. Il limite massimo dei sei mesi era raggiungibile solo nei casi di persone che avessero scontato almeno 90 giorni di detenzione in carcere. Non possono essere né respinti né espulsi i richiedenti la protezione internazionale che hanno diritto a essere accolti e a ottenere l'esame e una pronuncia definitiva sulla domanda di protezione. Al termine dell'iter in caso di esito negativo si può procedere al rimpatrio.

Il via libera al piano sui nuovi Cpr arriverà nel giro di due mesi, con l'elenco delle strutture già scelte. Il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, ha fatto sapere che ce ne sarà almeno una per Regione: la ricognizione dei luoghi possibili sarebbe già in atto, tra caserme dismesse e altri edifici in zone scarsamente popolate. Meloni, che domenica si è recata in visita a Lampedusa, insieme alla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, ha assicurato che i nuovi Cpr saranno realizzati "in località a bassissima densità abitativa e facilmente perimetrabili e sorvegliabili. Non si creerà ulteriore disagio e insicurezza nelle città". Anche se sono già sorte moltissime tendopoli, allestiste nel giro di poche ore, per far fronte a una situazione di emergenza, che non grava soltanto sui centri siciliani, ma su diverse città della Penisola.

Ora il ministero della Difesa ha il compito di realizzare al più presto strutture per trattenere gli immigrati illegali. La prossima settimana dovrebbe arrivare invece un nuovo decreto con norme sui minori non accompagnati. Intanto, l'emergenza si è spostata dall'isola di Lampedusa a Porto Empedocle, in provincia di Agrigento, dove l'area di transito è stracolma.

Nelle ultime 24 ore, le unità di sicurezza tunisine hanno arrestato 1.200 persone di diverse nazionalità in procinto di intraprendere il viaggio nella rotta mediterranea verso l'Europa, secondo quanto riferito dalla stazione radio privata Mosaique FM. L'operazione ha riguardato la provincia sud-orientale di Sfax, a quanto riferito da Houcemeddine Jbabli, portavoce della Guardia Nazionale tunisina, secondo cui sono finiti in manette anche diversi organizzatori delle traversate via mare e sono state sequestrate imbarcazioni di legno. La provincia di Sfax è un importante punto di partenza per gli immigrati irregolari, che di norma scelgono l'isola di Lampedusa, a solo 80 km dalle coste tunisine, come prima tappa del loro viaggio in mare verso l'Italia.

L'allarme dei sindaci

"È un caos voluto, il governo sta trasformando l'arrivo dei migranti in un problema d'ordine pubblico, in maniera che Meloni possa chiedere pieni poteri. Si specula sulla povera gente", ha detto a Repubblica, il sindaco di Bologna, Matteo Lepore (Pd).

"Tutto quello che sta succedendo – ha aggiunto – era prevedibile, eppure non si è fatto niente. Già ad aprile i sindaci avevano detto che c'era il rischio di arrivi consistenti e che, se non ci si preparava per tempo, saremmo stati costretti a vedere nelle nostre città tendopoli ovunque. Direi che purtroppo ci siamo. E non è solo questo: i Comuni stanno spendendo denaro proprio e non sono messi nelle condizioni di accogliere in maniera dignitosa le persone. Arrivano centinaia di migranti al giorno e persino le prefetture non vengono avvertite per tempo".

"Le città hanno gente per strada, tendopoli, e sempre di più si andrà verso i grandi centri. Così la questione dei migranti diventerà inevitabilmente un problema di ordine pubblico: la presidente Meloni coglierà la palla al balzo per chiedere pieni poteri e smantellare definitivamente l'intero sistema a favore di espulsioni che non potranno essere fatte".

Il sindaco di Torino Stefano Lo Russo (Pd) ha chiesto aiuto al ministro della Difesa Guido Crosetto: "A Torino la situazione è al limite, ci era stato chiesto dalla prefettura di mettere a disposizione una struttura comunale, per pochi giorni e per poche persone. Ma ora siamo alla saturazione".

Un centro da 140 posti che al momento ospita più di 300 persone. "È impossibile per noi continuare in questo modo. L'inverno si avvicina e noi avremo presto bisogno di quello spazio per l'accoglienza dei senzatetto. Così non può durare".

"Io e i miei colleghi ci troviamo tutti i giorni a gestire situazioni di grande difficoltà, e siamo abituati a guardare ai problemi innanzitutto con pragmatismo. Per questo ho chiesto aiuto al ministro Crosetto, domandandogli di mettere a disposizione gli spazi del demanio militare attualmente vuoti, anche per risolvere il problema dell'ufficio stranieri della nostra Questura, che si trova in estrema difficoltà". Per il primo cittadino, "La gestione dell'immigrazione deve passare attraverso flussi regolari. Ma non basta. Occorre anche una visione di lungo periodo per affrontare la questione demografica e le sue conseguenze economiche. Oltre al sostegno alla natalità è arrivato il momento di avviare la regolarizzazione dei migranti che sono in Italia da tantissimi anni, sono pienamente inseriti e che solo per le inefficienze burocratiche e le lacune normative restano in un limbo che crea insicurezze e marginalità".

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