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Migranti, sul dl Flussi è caos alla Camera: le opposizioni lasciano la commissione in protesta

Per approvare un nuovo emendamento presentato all’ultimo da FdI, il decreto Flussi dall’Aula della Camera è tornato a sorpresa alla commissione Affari costituzionali, senza preavviso alle opposizioni. Che, in protesta contro i metodi “inacettabili”, hanno deciso di disertare i lavori. La norma al centro del dibattito è quella che affida la convalida del trattenimento dei migranti alle Corti d’Appello.
A cura di Luca Pons
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Il controverso decreto Flussi, che era stato varato a inizio ottobre dal governo Meloni, si avvicina alla scadenza per la conversione in legge. Ma nelle ultime settimane il centrodestra lo ha riempito delle norme più disparate, in buona parte per rimediare in corsa agli errori nella gestione dei centri migranti in Albania. Oggi, per le opposizioni è stata l'ultima goccia: il testo era in Aula alla Camera, ma quando la il relatore di FdI Alessandro Urzì ha voluto fare una nuova modifica è stato rimandato immediatamente alla commissione Affari costituzionali. Un iter insolito, che ha portato gli esponenti di Pd, M5s, Avs, Azione e +Europa a lasciare la commissione in protesta.

L'emendamento in questione riguarda una delle novità più criticate del nuovo decreto, il cosiddetto ‘emendamento Musk' che toglie ai giudici dell'Immigrazione la decisione sulla convalida dei trattenimenti dei migranti (inclusi quelli in Albania, ma non solo). Al loro posto, la funzione viene attribuita alle Corti di Appello. Che però sono già sovraccariche di lavoro.

Il nuovo intervento di Urzì serve per chiarire le tempistiche: le Corti avrebbero trenta giorni di tempo per adeguarsi alle nuove funzioni. Poiché FdI ha chiesto questa modifica, il presidente della commissione Affari costituzionali Nazario Pagano (FI) ha chiesto che il testo ritornasse immediatamente alla commissione, a sorpresa, per le modifiche. E la Camera ha approvato. Poche ore dopo, la commissione ha dato il via libera all'emendamento in questione.

"Con il rinvio immediato in commissione del dl Flussi per votare l'ennesimo emendamento", presentato "pure fuori il tempo massimo", vengono "calpestati i diritti e le prerogative dei deputati ai quali non viene garantita la possibilità di essere presenti nella giornata odierna", hanno attaccato i capigruppo di Pd, M5s, Alleanza Verdi-Sinistra, Azione e +Europa.

"Tutto ciò è inaccettabile. L'ennesimo pasticcio della maggioranza su questo doppio decreto". L'opposizione ha chiesto che vengano "ripristinate le minime condizioni democratiche", altrimenti "non parteciperemo ai lavori della commissione prevista per oggi e solleveremo il problema davanti a presidente della Camera".

Il Movimento 5 stelle ha poi rincarato la dose con i suoi deputati Alfonso Colucci e Enrica Alifano: "È inaccettabile, come al solito, il metodo di lavoro adottato dalla maggioranza". L'emendamento fa sì che la novità si applichi "anche ai ricorsi già pendenti e a quelli che verranno presentati ancor prima dell'entrata in vigore della legge". Ma il centrodestra sceglie di "procedere con gravissimi strappi che annullano le corrette procedure democratiche".

Debora Serracchiani, responsabile Giustizia del Pd, ha dichiarato: "Il governo, con queste norme, sta mettendo in difficoltà la giustizia italiana. Trasferire competenze così delicate alle Corti d'Appello, già sovraccariche, è una scelta priva di senso. Concedere trenta giorni per adeguarsi non solo è insufficiente, ma del tutto inutile, considerando l'impatto organizzativo richiesto". Riccardo Magi, segretario di +Europa, ha incalzato: "Sono in confusione sul decreto flussi e la loro confusione si riflette nelle norme raffazzonate che approvano, salvo poi cercare di uscirne comprimendo le funzioni parlamentari".

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