Migranti, Sea Watch: “Stiamo finendo benzina e acqua, impossibile arrivare fino a Trapani”
Una "situazione pericolosa", quella descritta a bordo della nave Aurora. L'imbarcazione della Ong Sea Watch ha soccorso 72 persone nel Mediterraneo e le è stato assegnato il porto di Trapani, troppo lontano però da raggiungere: non solo la situazione a bordo della nave è drammatica, dal momento che gli spazi sono estremamente ridotti per così tante persone, ma sta anche finendo il carburante e l'acqua potabile "A causa del caldo estremo tre persone sono già svenute sul ponte di Aurora. La situazione sta diventando sempre più pericolosa. Chiediamo alle autorità italiane di intervenire al più presto", ha scritto la Ong sui social, chiedendo un porto più vicino.
"Le autorità hanno assegnato deliberatamente un porto irraggiungibile alla nostra Aurora con 72 persone a bordo. Abbiamo bisogno al più presto di un’autorizzazione per raggiungere Lampedusa, porto più vicino, o del trasbordo di tutti i naufraghi su una nave più grande", si sottolinea.
Nonostante la nave umanitaria fosse già a corto di carburante alla fine delle operazioni di soccorso, le è stato assegnato il porto di Trapani per lo sbarco. "Per Aurora Trapani è irraggiungibile. Non c'è benzina sufficiente per arrivare a Trapani; non ci sono spazi adeguati per alloggiare le persone; sta finendo l'acqua potabile e le persone sono provate e disidratate. Abbiamo bisogno dell'autorizzazione per sbarcare a Lampedusa o per trasferire le persone su un assetto più grande", hanno scritto ancora gli attivisti.
Per poi ribadire, qualche ora dopo: "Lo spazio a bordo di Aurora è scarso, i naufraghi molti e, mentre il sole inizia a bruciare, stiamo esaurendo l’acqua potabile. Tutte condizioni che rappresentano un concreto pericolo per le persone soccorse. Lampedusa è circa quattro volte più vicina di Trapani".
Infine la Ong ha lanciato un appello, affinché sia concesso ai naufraghi di sbarcare nel porto sicuro più vicino: "Chiediamo che si cessi di giocare con la vita delle persone e che si permetta ai naufraghi di sbarcare nel porto sicuro più vicino, è un loro diritto".