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Migranti, Roberto Fico: “Le vite in mare vanno sempre salvate, io tendo la mano a chi è in difficoltà”

Il presidente della Camera dei Deputati, Roberto Fico, si schiera dalla parte dei migranti: “Il salvataggio delle vite in mare è un atto fondamentale e importate dal quale l’Italia non si è mai tirata indietro e mai lo farà. Apprezzo le parole del ministro Toninelli che ha detto che in mare non esistono razza, religione e colore  della pelle. Le vite in mare vanno sempre salvate. Non c’è dubbio che l’Italia sia stata lasciata sola. Da molto tempo si chiede un aiuto e una politica europea chiara. Si deve essere duri con l’Europa”.
A cura di Charlotte Matteini
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Il presidente della Camera Roberto Fico si dichiara favorevole ai salvataggi in mare, senza se e senza ma. Nel corso della cerimonia del Ventaglio a Montecitorio, il presidente Fico ha dichiarato: "Il salvataggio delle vite in mare è un atto fondamentale e importate dal quale l'Italia non si è mai tirata indietro e mai lo farà. Apprezzo le parole del ministro Toninelli che ha detto che in mare non esistono razza, religione e colore  della pelle. Le vite in mare vanno sempre salvate. Non c'è dubbio che l'Italia sia stata lasciata sola. Da molto tempo si chiede un aiuto e una politica europea chiara. Si deve essere duri con l'Europa".

Proseguendo, Fico ha sottolineato: "Non posso non andare nei luoghi dove c'è la maggiore sofferenza, io sono la terza carica dello Stato e lo Stato deve andare nei territori abbandonati rispetto agli ultimi del Paese, rispetto a chi soffre. Io ci sarò sempre e tenderò sempre la mano a tutti come è stato fatto con me quando sono stato in difficoltà. Questo significa essere presidente istituzionale e politico".

A favore dei salvataggi nel Mar Mediterraneo si schiera anche la Conferenza episcopale italiana. In una nota diffusa dalla presidenza della Cei, guidata dal cardinale Gualtiero Bassetti, si legge: "Gli occhi sbarrati e lo sguardo vitreo di chi si vede sottratto in extremis all’abisso che ha inghiottito altre vite umane sono solo l’ultima immagine di una tragedia alla quale non ci è dato di assuefarci. Ci sentiamo responsabili di questo esercito di poveri, vittime di guerre e fame, di deserti e torture. È la storia sofferta di uomini e donne e bambini che – mentre impedisce di chiudere frontiere e alzare barriere – ci chiede di osare la solidarietà, la giustizia e la pace".

Solo pochi giorni fa, l'associazione "Cercasi un fine" ha diffuso un appello firmato da 110 rappresentanti ecclesiali chiedendo alla Cei un intervento deciso a favore dei migranti a contrasto del sempre più diffuso clima xenofobo: "Come pastori della Chiesa non pretendiamo di offrire soluzioni a buon mercato. Rispetto a quanto accade non intendiamo, però, né volgere lo sguardo altrove, né far nostre parole sprezzanti e atteggiamenti aggressivi. Non possiamo lasciare che inquietudini e paure condizionino le nostre scelte, determino le nostre risposte, alimentino un clima di diffidenza e disprezzo, di rabbia e rifiuto. Animati dal Vangelo di Gesù Cristo continuiamo a prestare la nostra voce a chi ne è privo. Camminiamo con le nostre comunità cristiane, coinvolgendoci in un’accoglienza diffusa e capace di autentica fraternità. Guardiamo con gratitudine a quanti – accanto e insieme a noi – con la loro disponibilità sono segno di compassione, lungimiranza e coraggio, costruttori di una cultura inclusiva, capace di proteggere, promuovere e integrare. Avvertiamo in maniera inequivocabile che la via per salvare la nostra stessa umanità dalla volgarità e dall’imbarbarimento passa dall’impegno a custodire la vita. Ogni vita. A partire da quella più esposta, umiliata e calpestata".

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