Migranti, ResQ People chiede un porto sicuro: “A bordo 166 persone, c’è anche un bimbo di 9 mesi”
ResQ-People Saving People chiede un porto sicuro per far sbarcare i 166 migranti a bordo, soccorsi negli scorsi giorni. Tra di loro ci sono anche 12 minori, tra cui bambini sotto i cinque anni e uno di soli nove mesi. “Ci appelliamo con fiducia alle autorità nazionali ed europee perché venga subito indicato un porto sicuro per la nostra nave, la ResQ People”, dichiarano Gherardo Colombo e Luciano Scalettari rispettivamente presidente onorario e presidente di ResQ–People Saving People. Sono proprio loro due a spiegare qual è la situazione sull’imbarcazione: “Abbiamo a bordo 166 persone tra cui 12 minori compresi bambini sotto i 5 anni e uno di 9 mesi. ResQ è nata per dare aiuto alle persone in difficoltà in mare. Non chiediamo e non chiederemo a nessuno da dove viene e dove vuole andare. Per noi vale la legge del mare che impone di salvare le vite umane in difficoltà”.
L’Ong si appella “con fiducia perché queste persone possano essere messe in sicurezza al più presto perché esse hanno bisogno di immediato conforto. Confidiamo che questo nostro appello venga accolto senza indugi e senza rimpalli”. Colombo e Scalettai aggiungono: “Ci commuoviamo per le vittime delle violenze in Afganistan, non giriamoci dall’altra parte quando le persone fuggono da guerre e fame. Stiamo parlando di vite umane. E per noi ogni vita è preziosa e insostituibile”.
Negli scorsi giorni la Resq People aveva effettuato tre soccorsi, chiedendo un porto sicuro per far sbarcare i naufraghi: “Oggi abbiamo dovuto procedere al soccorso di altre tre imbarcazioni. La prima era una piccola barca di legno con a bordo 12 persone, tra cui due donne”, scriveva l’Ong su Twitter. Intanto continuano i salvataggi da parte della Geo Barents: la nave di Medici senza frontiere ha soccorso nella notte 189 persone che si trovavano a bordo di una barca di legno sovraffollata al largo della Libia. Ora sull’imbarcazione dell’Ong ci sono 214 migranti.