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Migranti, Piantedosi chiede all’Unione europea di finanziare i centri per il rimpatrio in Italia

“Abbiamo varato un programma per l’incremento dei centri per i rimpatri per la cui realizzazione chiediamo che l’Unione europea ci supporti con risorse finanziarie straordinarie”: lo ha detto il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, nella sua informativa sui flussi migratori alla Camera.
A cura di Annalisa Girardi
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Il conflitto in Medio Oriente potrebbe avere delle ripercussione sui flussi migratori. Lo ha detto il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, prendendo la parola alla Camera per un'informativa sull'aumento degli sbarchi e parlando anche del rischio di una "recrudescenza del terrorismo islamista". Non solo: Piantedosi ha anche fatto il punto sul numero delle persone arrivate sulle coste italiane dall'inizio dell'anno e su quelle inserite nel sistema di accoglienza nazionale. Per poi annunciare di aspettarsi che le risorse per la costruzione dei centri per il rimpatrio – uno per ogni Regione nei piani del governo – arrivino da Bruxelles.

Cosa ha detto Piantedosi sul rischio di radicalizzazione

Il ministro ha cominciato la sua informativa parlando del rischio radicalizzazione, di come questo sia legato ai conflitti in atto, che a loro volta hanno un impatto sui flussi migratori: "Uno dei principali fattori scatenanti dei flussi migratori è costituito dai conflitti armati. E in questo momento alle porte dell'Europa ce ne sono due, la guerra in Ucraina e il conflitto israelo-palestinese, entrambi incerti e suscettibili di provocare un impatto sulle dinamiche dei flussi. Senza dimenticare che il conflitto in Medio Oriente reca con sé anche il rischio di innescare radicalizzazioni islamiste come solo pochi giorni fa è avvenuto in Francia con l'assassinio di un insegnante da parte di un fanatico islamista e ieri sera a Bruxelles con l'uccisione di due cittadini svedesi".

Il governo – ha proseguito Piantedosi – fin dal suo insediamento si è subito concentrato sul contrasto all'immigrazione illegale "anche in relazione ai possibili profili di rischio di infiltrazione terroristica nei flussi". Per ora, ha proseguito il ministro, "non risultano evidenze concrete e immediate di rischio terroristico per quanto riguarda l'Italia, ma la situazione è tale da richiedere un elevatissimo livello di attenzione".

L'aumento degli sbarchi: oltre 140 mila persone arrivate da inizio anno

Il ministro ha poi parlato dell'aumento degli arrivi che si è registrato quest'anno. Facendo sapere che, secondo i dati del Viminale, dall'inizio del 2023 ad oggi sono arrivate via mare 140.586 persone: "Da molti mesi stiamo subendo una fortissima pressione migratoria attraverso il Mediterraneo centrale, diretta verso l'Italia e quindi verso l'Europa. Al 17 ottobre di quest'anno sono arrivate via mare 140.586 persone, mentre nello stesso periodo degli anni 2021 e 2022 ne erano arrivate, rispettivamente, 49.764 e 75.833. Il fenomeno ha assunto una dimensione tale da richiedere soluzioni stabili e durature, con l'assunzione di forti responsabilità da parte di tutta la comunità internazionale".

Piantedosi rilancia la teoria delle Ong come pull factor

Piantedosi ha anche riproposto la teoria – confutata già mille altre volte dai dati – per cui le Ong rappresenterebbero un pull factor: "La presenza delle Ong continua a costituire un catalizzatore dei flussi attraverso il canale di Sicilia sebbene gli interventi normativi in materia di gestione dei flussi migratori, introdotti con il decreto legge del gennaio scorso, abbiano sensibilmente contribuito a disciplinarne le attività assoggettandole alle direttive emanate dalle autorità competenti per il search and rescue e a quelle di pubblica sicurezza. Dalle informazioni acquisite dai migranti, è emerso che i trafficanti tendono a sovraccaricare le imbarcazioni e a rifornire le stesse di una quantità minima di carburante, in previsione dell'intervento delle navi Ong presenti nelle acque del Mediterraneo centrale", ha detto il ministro.

Ad ogni modo, l'aumento principale si è registrato dalla Tunisia, Paese da cui le partenze sono cresciute del +376% in un anno. In totale sono 91 mila le persone salpate dalla Tunisia e sbarcate sulle coste italiane quest'anno. Di tutte le persone arrivate in Italia, 94 mila sono approdate a Lampedusa: "Sull'isola la cui vocazione dovrebbe essere quella turistica, sono sbarcate, dall'inizio dell'anno al 6 ottobre, oltre 94mila persone pari a circa il 70% il totale delle persone arrivate in Italia via mare nel corso del 2023".

"L'Ue finanzi i centri per il rimpatrio in Italia"

Sui centri per il rimpatrio, che il governo vuole costruire in ogni Regione, Piantedosi ha spiegato di aspettarsi che le risorse arrivino anche dall'Unione europea: "Abbiamo varato un programma per l'incremento dei centri per i rimpatri per la cui realizzazione chiediamo che l'Unione europea ci supporti con risorse finanziarie straordinarie. Si tratta, infatti, di strutture che tornano a beneficio dell'intera Unione e i cui oneri, quindi, non è ragionevole che siano sostenuti dai soli Stati maggiormente esposti agli arrivi". Dall'inizio dell'anno fino al 4 ottobre sono state rimpatriate in totale 3.471 persone. "Sono ancora pochi i rimpatri, ma rispetto ai 2.997 dell'analogo periodo di riferimento del 2002 e ai 2.802 del 2021 segnalano l'impegno del governo per un deciso incremento".

Il ministro ha anche fatto sapere che sempre dal 1° gennaio al 4 ottobre 2023 le forze di polizia abbiano "tratto in arresto complessivamente 183 scafisti". Per quanto riguarda invece le persone inserite nel sistema di accoglienza nazionale, queste sono circa 141 mila. Di queste "oltre 34 mila sono inserite nella rete Sai, poco più di 101 mila nei Cas, circa 5 mila nei centri di prima accoglienza e quasi 500 negli hotspot".

Piantedosi dice che le norma italiane sono in linea con quelle europee

Infine il ministro ha commentato gli ultimi sviluppi del caso della giudice Apostolico, che non ha convalidato il trattenimento di alcuni richiedenti asilo nei cpr, dicendosi sicuro che le norme italiane non siano in contrasto con la cornice europea: "Nei giorni scorsi alcuni tribunali non hanno convalidato i provvedimenti di trattenimento di alcuni migranti, assunti sulla base delle nuove norme adottate dal governo. Ne prendiamo atto con quel rispetto pregiudiziale, in senso letterale, che si deve alle decisioni giudiziarie, ma il governo impugnerà tali decisioni nella ferma convinzione, avvalorata dalle valutazioni dei nostri esperti e dalle continue interlocuzioni che sto avendo a Bruxelles, che le norme in questione siano pienamente coerenti con la cornice giuridica europea di settore e con la Costituzione. I provvedimenti del governo sono, infatti, ponderati nell'ambito della cornice europea, in un bilanciamento tra esigenze di sicurezza e rispetto dei diritti fondamentali delle persone, e continueranno ad esserlo".

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