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Migranti, per Commissione Ue la Libia non è un porto sicuro: “Chiudere i centri di detenzione”

La Commissione europea condanna l’uccisione di un migrante in Libia e chiede la chiusura immediata dei centri di detenzione libici, confermando di non ritenere Tripoli un porto sicuro. Eppure negli ultimi tempi sono stati in molti, in Italia, a ritenere la Libia un porto sicuro: a partire dall’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini.
A cura di Stefano Rizzuti
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I centri di detenzione libici per migranti vanno chiusi. Non ha mezzi termini la Commissione europea sul tema dei centri in cui i migranti vengono rinchiusi in Libia: “Le condizioni in questi centri sono inaccettabili e vanno chiusi”, afferma la portavoce dell’esecutivo comunitario. Spiegando che la Commissione è “in contatto con le autorità libiche” e sostiene “l’accesso delle Ong e delle agenzie” come, per esempio, l’Organizzazione internazionale delle migrazioni, per “fornire assistenza umanitaria”. E proprio l’Oim oggi ha denunciato l’uccisione, da parte della Guardia costiera libica, di un migrante sudanese. Fatto condannato “con fermezza” dalla Commissione, che “chiede alle autorità libiche l’avvio di una inchiesta approfondita per chiarire le circostanze e ristabilire la verità”.

La Commissione europea si dice “profondamente rattristata” per quanto avvenuto, sostenendo che sia “inaccettabile che vengano sparati colpi di arma da fuoco contro civili disarmati”. Inoltre, la portavoce dell’esecutivo comunitario sottolinea come in Libia la situazione non sia cambiata di recente e proprio per questo motivo l’Ue continua a lavorare “per la chiusura dei centri e per mettere in piedi dei centri che siano in linea con gli standard internazionali”.

Ma per Salvini la Libia era un porto sicuro

Il giudizio della Commissione europea sulla situazione in Libia è netto: non è un porto sicuro. E i centri in cui i migranti vengono accolti vanno chiusi. Però c’è chi, come l’ex ministro dell’Interno, Matteo Salvini, ritiene (o riteneva?) che la Libia sia un porto sicuro. Per esempio a marzo del 2019 Salvini scriveva: “La Libia è un porto sicuro e lo dice la Commissione europea, non solo Salvini. Ribadisco la piena legittimità degli interventi di soccorso della Libia che, grazie alla presenza dell'Organizzazione Internazionale delle Migrazioni, garantiscono il rispetto dei diritti degli immigrati e salvataggi più rapidi, alla faccia di chi vuole porti aperti per tutti”. Poi per l’allora titolare del Viminale c’era stato un ripensamento a luglio: “In questo momento no”, la Libia non è un porto sicuro, diceva. “Ma la Guardia costiera libica sta facendo un buon lavoro”, aveva aggiunto. Anche se i fatti di oggi sembrano smentirlo.

Anche il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, sulla Libia ha avuto un giudizio non poi così negativo. Da tempo sostiene di non aver mai ritenuto sicuri i porti libici, eppure aveva detto che “il nord della Libia è ormai stabilizzato”. E non si è tirato indietro quando, con approvazione del Parlamento, si è deciso di stipulare accordi con la Libia per fornire alla Guardia costiera di Tripoli alcune motovedette. D’altronde a sdoganare la strada degli accordi con la Libia (che lasciano quanto meno intendere un’apertura nei confronti di Tripoli) era stato il predecessore di Salvini al Viminale, Marco Minniti. Anche lui ora ritiene che la Libia non sia mai stato un porto sicuro. Eppure la strada degli accordi con il governo libico l’ha aperta proprio lui. “Merito” che gli è stato riconosciuto anche da Salvini.

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