Migranti, oltre mille persone sbarcate a Lampedusa nelle ultime ore: la Geo Barents ancora in mare
Fine settimana di sbarchi a Lampedusa, con l'hotspot dell'isola vicino al collasso. Ieri erano oltre 1200 persone, mentre centinaia di naufraghi continuano ad attendere in mare che venga loro assegnato un porto sicuro. Altrettanti continuano ad essere vittime di respingimenti, intercettati dalla Guardia costiera libica e riportati nel Paese. Intanto è atteso per questa mattina l'arrivo a Pozzallo della nave quarantena Snav Adriatico con a bordo 192 migranti, approdati sabato scorso a Lampedusa. Tra questi ci sono anche 12 persone risultate positive al coronavirus. Da Pozzallo saranno poi trasferiti a Crotone. Intanto Alarm Phone ha lanciato l'allarme: al momento ci sono ben cinquecento persone in difficoltà in mare.
La situazione a Lampedusa
Nel weekend la situazione nell'isola è diventata in poco tempo precaria: in meno di 24 ore, in sedici diversi sbarchi, sono arrivate oltre mille persone, facendo salire il numero di ospiti nella struttura di accoglienza da 137 a 1.215. Sabato sera 57 persone, tra cui diversi minori non accompagnati e alcune donne, erano stati trasferiti a Porto Empedocle, da cui erano stati poi accompagnati in diversi centro di accoglienza della provincia di Agrigento. Ieri mattina, invece, altri 110 migranti erano partiti con il traghetto Sansovino per dirigersi a Crotone. Nonostante in queste ore, quindi, diverse persone siano state trasferite nei centri di accoglienza siciliani, la situazione a Lampedusa rischia nuovamente di esplodere. La capienza massima dell'hotspot sarebbe infatti di 250 persone.
La Geo Barents ancora in mare
Nel frattempo attende ancora in mare la nave umanitaria Geo Barents, di Medici Senza Frontiere, che ha già chiesto un porto sicuro sia all'Italia che a Malta, senza ricevere però risposta. A bordo ci sono 410 persone. "Hanno fatto viaggi strazianti e sono esausti. Lasciate che raggiungano ora un porto sicuro. Mostrate umanità e consentiate lo sbarco immediato", ha scritto la Ong su Twitter, raccontando di essersi messa in contatto con le autorità marittime competenti, ma di aver solo assistito a un "ping pong burocratico di 24 ore" a cui non è seguita alcuna soluzione per i naufraghi. "Trattate le persone soccorse in mare come esseri umani dignitosi, non come pedine", ha aggiunto.
Cinquecento persone in difficoltà nel Mediterraneo
In mare ci sarebbero altre 500 persone in difficoltà: è l'allarme lanciato dalla piattaforma telefonica Alarm Phone, che ha sottolineato come ci siano ben cinque imbarcazioni alla deriva nel Mediterraneo che "rischiano di morire in mare o di essere catturate e deportare nei campi libici". Le autorità sono state avvisate, hanno spiegato gli attivisti. Ci sarebbero tre barche in acque internazionali e due in zona Sar maltese.