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Migranti, oggi Piantedosi in visita a Lampedusa. La nave Geo Barents salva 145 persone in una notte

All’hotspot per migranti di Lampedusa sono attesi oggi ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, con la commissaria europea agli Affari interni Ylva Johansson. Nel frattempo, questa notte la nave Ong Geo Barents ha effettuato tre operazioni di soccorso mentre aveva già dei sopravvissuti a bordo: dovrà portarli fino a Marina di Carrara.
A cura di Luca Pons
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Questa mattina all'hotspot di contrada Imbriacola sull'isola di Lampedusa è arrivata la visita di Matteo Piantedosi, ministro dell'Interno del governo Meloni. Ad accompagnarlo c'era Ylva Johansson, commissaria europea agli Affari interni. Questa notte, intanto, la nave Geo Barents della Ong Medici senza frontiere ha effettuato tre operazioni di salvataggio mentre aveva già dei migranti sopravvissuti a bordo. Ora trasporta 196 persone, che dovranno attraversare il Mediterraneo fino al porto indicato dal ministero di Piantedosi, cioè Marina di Carrara.

Piantedosi a Lampedusa: "Negli ultimi tempi la gestione è molto migliorata"

A Lampedusa, Piantedosi e Johansson hanno trovato un hotspot con un numero di occupanti quasi pari alla capienza massima, per la prima volta da giorni. Gli ultimi soccorsi effettuati questa notte, infatti, hanno individuato 43 persone – di cui dodici donne e due minori – su un gommone bianco di sette metri partito da Sfax, in Tunisia. Questa mattina sono arrivate altre sessanta persone circa. Con loro, gli ospiti nell'hotspot sono saliti a 517.

Si tratta comunque di una cifra superiore a quella massima teoricamente consentita, cioè poco meno di quattrocento. Ma, considerando che fino a pochi giorni fa c'erano tra le duemila e le tremila persone (si è anche raggiunta la cifra record di 3.279 persone) l'attuale situazione si può considerare positiva. Cosa che rende l'idea del sovraffollamento costante a cui la struttura è sottoposta. Il ministro ha visitato per la prima volta Lampedusa da quando ha dichiarato lo stato d'emergenza per la gestione dell'immigrazione, ad aprile, e da quando il controllo dell'hotspot è stato affidato alla Croce rossa, a inizio giugno.

"Credo che la funzione di hotspot per Lampedusa è ineliminabile. Tendenzialmente penso che avrà sempre questa vocazione di luogo di primo approdo, il nostro compito è alleggerire in tempi sempre più brevi con i trasferimenti", ha detto Piantedosi, chiarendo che per il momento non ci sono piani di espandere le strutture di accoglienza sull'isola e rivendicando che "nell'ultimo periodo c'è stato un forte miglioramento dal punto di vista della gestione logistica". In futuro ci saranno delle strutture – nuovi hotspot – per realizzare le procedure accelerate di frontiera: questo dovrebbe ridurre le distribuzioni di migranti tra le varie Regioni e aumentare invece i rimpatri, con il potenziamento dei Cpr.

Ai residenti e alle istituzioni presenti sull'isola, la commissaria Johansson ha esteso un ringraziamento: "State facendo un lavoro eccezionale qui a Lampedusa", ha affermato, per poi sottolineare che "questo non è un problema italiano ma europeo, e voi non siete soli. Dobbiamo salvare vite, ma anche investire in condizioni migliori nei Paesi di partenza e vie di accesso legali, sia per chi ha diritto all'asilo sia per i migranti economici".

Per quanto riguarda la Tunisia, Johansson l'ha definita "un partner molto vicino all'Unione europea" e si è detta "grata per la cooperazione esistente", che andrà "rafforzata" con la messa in pratica dell'accordo raggiunto negli ultimi mesi: "Sosterremo la Tunisia per quanto riguarda le strutture di accoglienza per i richiedenti asilo, per prevenire le partenze collaboreremo anche nelle indagini sui trafficanti, e sosterremo le persone che dalla Tunisia vogliono tornare nei loro Paesi di origine. In più, la Tunisia si impegnerà a riaccogliere i suoi cittadini in Europa che non hanno diritto di restarvi".

Il Patto Ue sulle migrazioni ha visto l'opposizione di Ungheria e Polonia nelle ultime settimane, ma la commissaria l'ha definito "un grande successo". Ha detto che è "normale che non si raggiunga una maggioranza unanime su temi così delicati", ma che si è trovato "un compromesso con una maggioranza solida". Nella nuova norma, "il ricollocamento dei migranti non è obbligatoria, ma la solidarietà lo è. Come sempre in democrazia, se la legge passa anche chi ha votato contro dovrà seguirla".

Geo Barents, 145 salvataggi in una notte ma il porto è a 1025 chilometri

Sul fronte dei salvataggi in mare, non è stata una notte impegnativa solo per la Guardia costiera di stanza a Lampedusa. La nave Geo Barents, gestita dalla Ong Medici senza frontiere, nella serata di ieri aveva soccorso 51 persone, tra cui una donna e nove minorenni (sei non accompagnati). Dopo aver iniziato il viaggio di ritorno verso l'Italia, però, nella notte si sono susseguiti gli allarmi.

"È stata una lunga notte per la Geo Barents. Dopo il primo soccorso, il team di Msf ne ha condotti altri tre nella notte, tutti coordinati dall’autorità italiana", ha fatto sapere Medici senza frontiere. Al momento, quindi, a bordo ci sono 196 sopravvissuti, tra cui 47 minori non accompagnati, 16 donne e un neonato.

La Ong ha dettagliato le operazioni di soccorso. Il primo salvataggio notturno ha riguardato 59 persone (due donne, quattordici minori di cui dodici non accompagnati), che si trovavano a bordo di una barca di legno non in grado di continuare la navigazione. Il secondo ha soccorso 42 persone (tre donne e 17 bambini di cui 15 non accompagnati) verso le tre di notte: erano in mare, su una barca di ferro "non sicura", da circa 24 ore. L'ultimo, infine, si è svolto alle sette di mattina e ha portato il salvataggio di 22 persone (cinque donne e 20 minorenni di cui 14 non accompagnati).

Il ministero dell'Interno, gestito proprio da Matteo Piantedosi, ha assegnato alla Geo Barents il porto di Marina di Carrara come sbarco sicuro. "Il viaggio di queste persone non è ancora finito, hanno davanti ancora giorni di navigazione", ha commentato Msf, "perché le autorità italiane hanno assegnato Marina di Carrara come porto di sbarco, a 1025 km di distanza". Un numero così alto di persone soccorse in una notte mostra che "la presenza continua di navi di ricerca e soccorso sia più che mai necessaria nel Mediterraneo, così come è urgente un’operazione di ricerca e soccorso guidata e coordinata dagli stati europei", ha aggiunto la Ong.

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