Migranti, naufragio in Libia: 45 morti, i 37 sopravvissuti arrestati e portati in centro detenzione
Sono oltre 80 i migranti che si trovavano a bordo del gommone naufragato lunedì al largo delle coste libiche. Le vittime sono 45, tra di loro anche 5 minori. Mentre i sopravvissuti sono 37: sono stati rinchiusi in un centro di detenzione, dopo essere stati salvati in mare e portati a terra da alcuni pescatori. Il naufragio è stato confermato dalle agenzie Onu, Unhcr e Oim, dopo che ne aveva dato notizia Alarm Phone, con una segnalazione di un gommone in difficoltà con 80 persone a bordo. Migranti che sarebbero rimasti per ore senza soccorsi, nonostante la segnalazione. La tragedia è avvenuta nella zona Sar libica e viene definita come il “più grande” naufragio registrato quest’anno. I migranti salvati provengono da Senegal, Mali, Ciad e Ghana. I superstiti raccontano che sarebbe avvenuta l’esplosione del motore del gommone al largo della costa di Zuara. Alarm Phone aveva lanciato l’sos alle autorità libiche, maltesi e italiane, ma nessuno è poi intervenuto.
Migranti, l'appello di Unhcr e Oim
Unhcr e Oim rivolgono un appello per evitare che tragedie del genere si possano ripetere: “È necessario rafforzare con urgenza le attuali capacità di ricerca e soccorso volte a rispondere alle richieste di soccorso. Si continua a registrare l’assenza di programmi di ricerca e soccorso dedicati e a guida Ue. Temiamo che senza un incremento immediato delle capacità di ricerca e soccorso, ci sia il rischio che si verifichino disastri analoghi a quelli in cui si è registrato un elevato numero di morti nel Mediterraneo centrale, prima del lancio dell’operazione Mare Nostrum”.
Le due agenzie proseguono: “Esortiamo gli Stati a rispondere rapidamente al verificarsi di tali eventi e a mettere a disposizione in modo sistematico e strutturato un porto sicuro per le persone soccorse in mare. I ritardi registrati nei mesi recenti, e l’omissione di assistenza, sono inaccettabili e mettono vite umane in situazioni di rischio evitabili. Nei casi in cui le navi mercantili si trovano a essere le più vicine imbarcazioni in grado di prestare soccorso, dovrebbe essere garantito loro prontamente un porto sicuro presso cui far sbarcare i passeggeri soccorsi. Non si dovrebbe intimare loro di ricondurre le persone in Libia, dove sarebbero a rischio di ritrovarsi in aree segnate da conflitti, di subire gravi violazioni di diritti umani, e di essere sottoposte a detenzione arbitraria post-sbarco”.
Le agenzie Onu elogiano le Ong
Unhcr e Oim elogiano poi il ruolo delle Ong nel Mediterraneo, chiamandole direttamente in causa e spiegando che “hanno svolto un ruolo fondamentale nel salvataggio di vite umane in a fronte di una drastica riduzione degli interventi condotti dagli Stati europei. L’imperativo umanitario che impone di salvare umane non dovrebbe essere ostacolato e le restrizioni legali e logistiche al lavoro da esse svolto devono essere revocati in tempi rapidi”.