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Migranti, Meloni presenta esposto a Procura Antimafia su decreto flussi: “In Italia si entra regolarmente”

Meloni ha annunciato in un video sui social di aver presentato un esposto in Procura sugli ingressi in Italia di lavoratori stranieri avvenuti negli ultimi anni avvalendosi del cosiddetto ‘decreto flussi’.
A cura di Annalisa Cangemi
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I controlli sui flussi migratori regolari e gli arrivi di migranti in Italia sono al centro della campagna elettorale della presidente del Consiglio Meloni in questi ultimi giorni prima del voto per le elezioni europee. La premier domani sarà anche in Albania con il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, per verificare l'andamento dei lavori nei due nuovi centri previsti dall'accordo tra Roma e Tirana. E intanto questa mattina si è recata alla Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo, a Roma, dove ha incontrato il procuratore nazionale Giovanni Melillo, per illustrargli alcune irregolarità che gli uffici del governo hanno individuato nella gestione dei precedenti decreti flussi, che secondo Meloni sono stati sfruttati dalla criminalità organizzata per coprire traffici legati all'immigrazione irregolare.

"Stamattina mi sono recata dal Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo Giovanni Melillo per consegnare un esposto sui flussi di ingresso in Italia di lavoratori stranieri avvenuti negli ultimi anni avvalendosi del cosiddetto "Decreto Flussi". Lo ha annunciato la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni nel corso dell'informativa tenuta durante il Cdm.

Per Meloni ci sarebbe quindi il concreto rischio di infiltrazioni criminali, che sarebbe avvalorato dal fatto che "la stragrande maggioranza degli stranieri entrati in Italia negli ultimi anni avvalendosi del ‘Decreto Flussi' proviene da un unico Stato, il Bangladesh, dove le autorità diplomatiche parlano di fenomeni di compravendita dei visti per motivi di lavoro".

"I flussi regolari di immigrati per ragioni di lavoro vengono utilizzati come canale ulteriore di immigrazione irregolare", ha denunciato. Dal monitoraggio della Presidenza del Consiglio sugli anni passati, ha detto Meloni in Cdm, "emergono dati allarmanti. Da alcune regioni, su tutte la Campania, abbiamo registrato un numero di domande di nulla osta al lavoro per extracomunitari, durante il click day, totalmente sproporzionato rispetto al numero dei potenziali datori di lavoro, siano essi singoli o imprese". Secondo i dati illustrati, "sui permessi per lavoro stagionale, cioè per lavoro in campo agricolo o turistico-alberghiero, nel 2023, su un totale di 282.000 domande, 157.000 arrivano dalla Campania, mentre 20.000 arrivano dalla Puglia. Solo che, per esempio nel settore agricolo, la Puglia ha circa il 12% delle imprese agricole italiane e la Campania solo il 6%. Dato ancora più preoccupante è che a fronte del numero esorbitante di domande di nulla osta, solo una percentuale minima degli stranieri che hanno ottenuto il visto per ragioni di lavoro in base al ‘decreto flussi' ha poi effettivamente sottoscritto un contratto di lavoro. In Campania, meno del 3%".

E questa caratteristica "accomuna, anche se con numeri meno spaventosi, molte regioni italiane". Insomma, ha spiegato la premier, "in alcuni territori il numero di richieste è enorme rispetto alla capacità di assorbimento del tessuto produttivo locale", e questo "secondo noi significa che i flussi regolari di immigrati per ragioni di lavoro vengono utilizzati come canale ulteriore di immigrazione irregolare". Quindi l'ipotesi è che la criminalità organizzata si sia infiltrata nella gestione delle domande e i ‘decreti flussi' siano stati utilizzati come meccanismo per consentire l'accesso in Italia, "per una via formalmente legale e priva di rischi, a persone che non ne avrebbero avuto diritto, verosimilmente dietro pagamento di somme di denaro", fino a 15mila euro a testa.

La precisazione della Procura Antimafia

Subito dopo l'annuncio però la Procura Antimafia ha precisato che, in merito alle ipotesi dell’apertura di un fascicolo di indagine dopo l’esposto della premier sugli ingressi in Italia di lavoratori stranieri avvenuti negli ultimi anni avvalendosi del cosiddetto ‘decreto flussi , "la Direzione nazionale antimafia ha funzioni di impulso e coordinamento di indagini delle procure distrettuali".

"L'esposto" alla Procura Antimafia "era doveroso per accertare quello che era accaduto fin qui ma è anche necessario che il governo ora intervenga per fermare questo meccanismo perverso e criminale per il futuro" con "l'obiettivo di ristabilire un principio inderogabile: in Italia si entra regolarmente se si ha un contratto di lavoro e non intendiamo più consentire alla criminalità organizzata di aggirare lo Stato per portare avanti i suoi ignobili traffici", ha spiegato in serata Meloni, in un video sui social in cui ha spiegato i contenuti dell'informativa presentata in Consiglio dei ministri.

"Voglio parlarvi di immigrazione, però la questione stavolta non riguarda i traffici irregolari di migranti per i quali comunque ricordo che l'impegno dell'intero governo ha permesso fino a questo momento di abbattere del 60% gli arrivi illegali rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, un risultato possibile soprattutto grazie ai rapporti di collaborazione con i Paesi del Nordafrica, Tunisia e Libia in testa. Quello su cui voglio concentrarmi oggi è un'altra questione, che riguarda i flussi migratori in apparenza regolari. Il governo in questi mesi ha monitorato i flussi d'ingresso regolari in Italia per motivi di lavoro e i dati che sono emersi sono inquietanti", ha detto Meloni.

"Da alcune regioni, su tutte la Campania, abbiamo registrato – ha aggiunto – un numero di domande di nulla osta al lavoro per extracomunitari totalmente sproporzionato rispetto al numero dei potenziali datori di lavoro. E il dato ancora più allarmante è che solo una percentuale minima degli stranieri che hanno ottenuto il visto per ragioni di lavoro in base al decreto flussi ha poi effettivamente sottoscritto un contratto di lavoro. In Campania, regione dalla quale vengono fatte richieste di nulla osta per 157mila persone, meno del 3% di chi ottiene il visto per lavoro stagione nel settore agricolo o turistico-alberghiero sottoscrive poi effettivamente un contratto di lavoro. Questo significativo scarto è però una caratteristica che accomuna, con numeri meno spaventosi, molte regioni italiane".

"Che significa? Secondo noi, significa che i flussi regolari di immigrati per ragioni di lavoro vengono utilizzati in maniera fraudolenta e come canale ulteriore di immigrazione irregolare. Significa che ragionevolmente – ha sottolineato  – la criminalità organizzata si è infiltrata nella gestione delle domande e i decreti flussi sono stati utilizzati come meccanismo per consentire l'accesso in Italia per una via formalmente legale e priva di rischi a persone che non ne avrebbero avuto diritto, verosimilmente dietro pagamento di somme di denaro".

"Ci troviamo di fronte a un meccanismo di frode e aggiramento delle dinamiche di ingresso regolare con la pesante interferenza del crimine organizzato che noi dobbiamo immediatamente fermare. Il governo sta già lavorando a una serie di norme per fermare questo fenomeno che porteremo in uno dei prossimi Consigli dei ministri e mentre il governo individuerà le necessarie soluzioni per il futuro, chiaramente auspico che si faccia piena luce su quanto è avvenuto negli scorsi anni perché è ragionevole ritenere che le stesse degenerazioni si trascinassero da anni e mi stupisce che nessuno dei governi precedenti se ne sia accorto".

"Modificheremo i tratti che hanno portato a queste storture, lo faremo nel rispetto del principio che ispirò la Bossi-Fini che ha regolamentato il fenomeno in questi anni, cioè consentire l'ingresso in Italia solo a chi è titolare di un contratto di lavoro. L'obiettivo – ha detto ancora la presidente del Consiglio – è ristabilire un principio inderogabile. In Italia si entra regolarmente se si ha un contratto di lavoro e non intendiamo più consentire al criminalità organizzata di aggirare lo Stato per portare avanti i suoi ignobili traffici".

Le reazioni all'annuncio di Meloni

Meloni, che oggi in consiglio dei ministri, nella sua informativa sui flussi di ingresso degli stranieri per motivi di lavoro, ha spiegato che la legge numero 189 del 2002, che regola l'immigrazione in Italia, la cosiddetta Bossi-Fini, deve essere modificata: "La legge va aggiornata, non so cosa vuole fare il presidente del Consiglio, come ho detto in tempi non sospetti va rivista, sono già 5 o 6 anni che dico che va aggiornata", ha commentato Gianfranco Fini, interpellato dall'AdnKronos.

"Invece di andare in procura per una mossa di sapore propagandistico, piuttosto la presidente del Consiglio Meloni venga in Parlamento per contribuire a cancellare la legge vergogna Bossi-Fini e per avere finalmente nel nostro Paese una legge degna di una politica di programmazione ed inclusione dell'immigrazione", ha detto Nicola Fratoianni di Alleanza Verdi Sinistra. "E se la presidente del consiglio vuole proprio agitare la bandiera della legalità può andare in procura quando vuole a denunciare gli amici libici del suo governo che lucrano sulla pelle degli esseri umani quando li segregano e li torturano in territorio libico e poi li mandano su barconi malandati verso la morte".

"Quei loro amici libici su cui – ha aggiunto Fratoianni – si stanno per fortuna stringendo sempre più le maglie della Corte Penale Internazionale e degli investigatori dell'Onu".

"Trovo incredibile che la Presidente del Consiglio, che ha il potere di governare, scelga di rivolgersi alla Procura invece di intervenire direttamente per correggere i meccanismi che generano illegalità. Io sono all'opposizione e presento esposti perché non esercito leve di governo, ma che lo faccia chi ha la responsabilità di governare è semplicemente paradossale", si legge in una nota Angelo Bonelli, deputato di Alleanza Verdi Sinistra e portavoce di Europa Verde.

"Sono d'accordo che la criminalità organizzata va contrastata con fermezza. Noi ci battiamo per flussi migratori regolari e legali proprio per evitare il mercato degli esseri umani che le attuali politiche del governo, invece, alimentano. Tuttavia, il governo non intende modificare la legge Bossi-Fini, che è alla base di questi problemi. Sono i decreti flussi a generare corruzione e truffe da sempre. Ma invece di modificare la legge, Meloni, che governa il Paese, preferisce fare esposti, come se fosse all'opposizione. Questo comportamento dimostra una mancanza di responsabilità e un'incapacità di affrontare le questioni alla radice".

"Giorgia Meloni lo aveva promesso: avremmo contrastato l'immigrazione illegale e soprattutto i trafficanti di uomini del terzo millennio. Lo abbiamo fatto con una serie di misure, come il decreto Cutro, e con gli accordi con gli Stati di partenza dei migranti che hanno consentito di abbattere in maniera significativa gli ingressi. Oggi questo governo compie un ulteriore passo in avanti, grazie alla denuncia della nostra premier di irregolarità nel decreto flussi, su cui la malavita organizzata avrebbe allungato le sue avide mani. In pratica, quello che doveva essere uno strumento per far entrare regolarmente stranieri sulla base delle esigenze lavorative, sarebbe diventato un ulteriore canale per lo sfruttamento dell'immigrazione illegale. Da qui la denuncia del presidente Meloni alla Procura nazionale Antimafia, a conferma che con Fratelli d'Italia al governo la lotta ai trafficanti di esseri umani ed a chi favorisce l'immigrazione non conosce soste e sarà inflessibile e spietata", ha dichiarato imvece il presidente dei senatori di Fratelli d'Italia, Lucio Malan.

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