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Giorgia Meloni e Matteo Salvini hanno trovato la soluzione al problema sbarchi: non parlarne

Sull’immigrazione quello di Meloni, Piantedosi e Salvini è un disastro senza precedenti. E nessuno ha la minima idea di come uscirne.
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Lo dico senza girarci intorno: sono davvero tempi tristi quelli in cui sembra rivoluzionario un discorso semplice e fin troppo conciliante come quello tenuto dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella al meeting di Rimini. Tocca accontentarsi, però, soprattutto perché l’intervento del Capo dello Stato è servito a diradare quella cappa di silenzio, omissioni e diversivi con cui la maggioranza sta cercando di nascondere ciò che sta accadendo in queste settimane. Che è riassumibile in breve: sbarchi di migranti a livelli record, sistema dell’accoglienza in pre-collasso, Comuni sul piede di guerra, prefetti in attesa di indicazioni che non arrivano, sequestri e fermi amministrativi delle navi delle ONG che non si fermano nonostante l’emergenza e la necessità di avere mezzi a disposizione per i soccorsi in mare.

Un disastro senza precedenti, su tutti i fronti e da ogni prospettiva lo si guardi, di fronte al quale il governo non ha pensato nemmeno di interrompere le vacanze, figurarsi di predisporre qualsiasi piano straordinario. Ci si è limitati a parlare di altro, grazie al formidabile aiuto dell’opposizione e della gran parte dei mezzi di informazione. In altri contesti, Meloni e Salvini avrebbero rilasciato interviste al vetriolo, invaso i social e mobilitato le loro truppe, denunciando l'emergenza e l'incapacità dei governanti, attaccando i buonisti e i "responsabili dell'invasione", tuonando contro l'Europa e i governi africani colpevoli di "trasformare l'Italia in un campo profughi". Il problema non è soltanto che ora al governo ci sia la destra: in effetti, sarebbero ugualmente in grado di individuare un capro espiatorio, un nemico o un qualunque argomento distorsivo. La vera questione è che stavolta ci sono pochi dubbi, la situazione attuale rende del tutto evidente quanto sia stata strumentale la propaganda degli ultimi anni tanto di Fratelli d'Italia (i blocchi navali, i rimpatri, la combutta fra trafficanti e Ong) quanto della Lega (la lotta senza quartiere all'Europa dei burocrati, lo smantellamento della rete di affari delle cooperative rosso e via discorrente). Ma non solo, perché le ultime settimane dimostrano anche il fallimento di tutte le iniziative messe in campo dal governo per controllare i flussi e gestire gli sbarchi.

Il piano Mattei è poco più di una barzelletta, al momento. Non ci sono risorse, non c'è stato il coinvolgimento degli altri player europei (anzi, i francesi sono anche abbastanza incazzati…), non ci sono tempistiche né un masterplan di interventi/accordi. Le visite in Tunisia, senza dubbio un buon risultato sul piano diplomatico, hanno prodotto poco: la stragrande maggioranza degli sbarchi intercettati provengono da lì, gli sbarchi fantasma non si fermano e le autorità di Tunisi si eclissano spesso e volentieri. La situazione in Libia non è migliorata e non poteva essere altrimenti. Malgrado dossier, inchieste e denunce abbiano mostrato con chiarezza qual è la condizione dei migranti in quel Paese, anche il governo Meloni continua a far finta di niente, accettando, peraltro, che siano le autorità di Tripoli a decidere quando aprire o no il rubinetto del flusso verso le nostre coste. I rimpatri sono fermi al palo, come prima, più di prima.

Non va meglio con gli altri partner. I maltesi continuano a fare il minimo indispensabile, Spagna e Francia ci ascoltano ma i numeri della redistribuzione sono bassi come sempre, quelli che una volta erano gli amici di Meloni continuano a dire le cose che direbbe anche Meloni se fosse al loro posto: migranti da altri Paesi non ne vogliamo prendere. Insomma, non c'è stato quel cambio di passo epocale in Europa che il governo aveva provato a venderci solo qualche mese fa.

Così come non sono servite a nulla le crociate di Piantedosi, Meloni e Salvini contro le Ong, messe nero su bianco nel decreto Cutro (firmato senza battere ciglio da Mattarella, ehm). O meglio, sono servite a diminuire la capacità di soccorso complessiva, ad aumentare i rischi per i migranti e a criminalizzare chi cerca di salvare vite in mare. I trafficanti fanno esattamente ciò che facevano prima, magari qualche ignaro migrante verrà perseguito come "scafista", ma non si andrà oltre.

L'accoglienza è probabilmente il settore in cui sono più evidenti le responsabilità del Salvini ministro dell'Interno (e di Piantedosi, allora funzionario). I decreti che portano il suo nome e le circolari adottate nel periodo del Conte I hanno dato un colpo decisivo anche a quei pochi meccanismi di accoglienza che funzionavano. Lo smantellamento degli Sprar, la riduzione dei finanziamenti e la scomparsa dei piccoli centri hanno dato un colpo mortale all'accoglienza diffusa, sola via che avrebbe permesso una gestione oculata delle migliaia di persone che ogni anno raggiungono comunque il nostro Paese. Era prevedibile, lo avevamo detto in tutte le salse: se cancelli anche gli esperimenti virtuosi semplicemente per ragioni di propaganda, senza aver chiaro come risolvere strutturalmente la causa degli sbarchi (ammesso che esista un modo…), stai preparando le condizioni per un vero disastro. Le proteste dei Comuni, l'impotenza dei prefetti, la confusione tra gli operatori e le condizioni in cui versano migliaia di migranti in queste ore lo testimoniano con forza.

Intendiamoci, non c'è da disperarsi del fallimento delle ricette della destra sull'immigrazione, perché esse consistono in un mix di propaganda e cinismo sulla pelle dei più deboli. Ma un governo che deve parte del suo consenso al modo in cui ha speculato sulla questione andrebbe messo di fronte alle proprie responsabilità. E magari tornare dalle ferie.

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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