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Migranti, Matteo Salvini chiude i porti a due navi di Ong spagnole: “Vedranno Italia in cartolina”

Il ministro dell’Interno Matteo Salvini scrive su Twitter: “Due navi di Ong spagnole sono tornate nel Mediterraneo in attesa del loro carico di esseri umani. Risparmino tempo e denaro, i porti italiani li vedranno in cartolina”. Si tratta solo dell’ultimo caso di chiusura, minacciata o concreta, dei porti italiani.
A cura di Giorgio Tabani
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"Due navi di Ong spagnole sono tornate nel Mediterraneo in attesa del loro carico di esseri umani. Risparmino tempo e denaro, i porti italiani li vedranno in cartolina". A dirlo è il ministro dell'Interno Matteo Salvini in un post sui suoi canali social, corredando la dichiarazione con un'immagine delle navi delle Ong attualmente nel Mediterraneo. Già lunedì da Mosca, dove era andato per la finale dei mondiali di calcio e aveva poi incontrato i rappresentanti del Consiglio per la sicurezza nazionale della Federazione russa, aveva citato le due navi:  "Spero che siano sempre di meno le imbarcazioni che arrivano in Italia. In questo momento ci sono due navi di ong spagnole in acque libiche, è evidente la complicità con il business dello scafismo. In Italia non attraccheranno".

Sempre da Mosca aveva specificato che "è sacrosanto salvare le vite umane però fino a che noi aiutiamo gli scafisti la gente continuerà a morire nel Mediterraneo". Aveva poi aggiunto "da ministro e da padre", di voler "stroncare la vergogna che è il traffico di esseri umani che frutta soldi che poi vengono investiti nell'acquisto di armi e di droga". L'accostamento fra criminalità organizzata e scafisti non è una novità per il ministro dell'Interno che, solo pochi giorni fa a Palmi (Reggio Calabria) visitando un bene confiscato, aveva detto: "‘Ndranghetisti e scafisti sono la stessa merda. Abbiamo tolto dalle grinfie degli scafisti le navi delle Ong. Adesso tocca alle navi delle missioni internazionali, alle navi private e ai mercantili. Come per i mafiosi, gli scafisti devono capire che è finita la pacchia e devono cambiare mestiere".

I precedenti: i porti chiusi alle Ong

Il primo tentativo di bloccare lo sbarco delle navi delle ong cariche di migranti è a inizio giugno, con la nave battente bandiera olandese della ong tedesca Sea Watch. La Sea Watch 3 dopo 80 ore, e un tentativo di sbarco negato da Malta, arriva nel porto di Reggio Calabria con a bordo i 232 migranti soccorsi nel Canale di Sicilia. Salvini parla allora di “un preciso disegno al limite delle acque territoriale della Libia per fungere da taxi”, aggiungendo di stare “lavorando sul fronte ong, alcune fanno volontariato, altre fanno affari”.

La strategia di chiusura dei porti, maturata dopo lo sbarco della Sea Watch, si concretizza con la nave Aquarius della Ong Sos Méditerranée: a bordo ci sono 629 migranti, tra cui 123 minori non accompagnati, 11 bambini e sette donne incinte. Dopo nove giorni in mare, con un caso politico e diplomatico che coinvolge Malta e poi anche Francia e Spagna, i migranti vengono fatti sbarcare nel porto di Valencia, dopo la disponibilità manifestata dal primo ministro spagnolo Pedro Sánchez. Al termine di quella vicenda il ministro dell'Interno dichiara: "Stiamo facendo quello che avevamo promesso prima delle elezioni: stiamo proteggendo i confini nazionali. Lo facciamo educatamente ma è finita la pacchia per i trafficanti di esseri umani che stanno facendo far soldi alle cooperative. Obiettivo è che entri in Italia chi ne ha diritto".

Dopo il caso Aquarius, è la volta a fine giugno della ong tedesca Lifeline, con la sua nave battente bandiera olandese. Salvini in quell'occasione dice: "Avete fatto un atto di forza non ascoltando la Guardia costiera italiana e libica? Bene, questo carico di esseri umani ve lo portate in Olanda, fate il giro un po' largo", aggiungendo in conclusione "queste Ong straniere, con bandiere e finanziatori stranieri, non toccheranno più il suolo italiano". I 234 migranti a bordo sono poi fatti sbarcare – dopo otto giorni in mare – a Malta, dove la nave viene sequestrata per consentire lo svolgimento di indagini sulla sua attività. L'accordo prevede che, dopo le prime cure sanitarie, i migranti siano distribuiti tra gli otto paesi europei che hanno dato il loro consenso ad accoglierli.

Mentre la Lifeline era ancora ferma a sud di Malta, la nave cargo danese (battente bandiera olandese) Alexander Maersk approda dopo quattro giorni nel porto di Pozzallo, nel Ragusano, con le sue 108 persone salvate nel Mediterraneo. A inizio luglio invece, dopo la chiusura dei porti decretata da Salvini di concerto col ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli, la Ong catalana Open Arms è costretta a far sbarcare i 60 migranti della sua nave ammiraglia a Barcellona.

I divieti e le polemiche sulle navi non Ong

Si è molto discusso di recente del rimorchiatore italiano Vos Thalassa, che ha soccorso 67 migranti in acque libiche. I migranti sono stati trasferiti sulla nave Diciotti della Guardia costiera dopo una presunta rivolta a bordo per evitare la riconsegna ai libici. Salvini aveva poi dichiarato: "La Guardia costiera italiana non può sostituirsi a quella libica, soprattutto se i colleghi africani sono già entrati in azione". Dopo quattro giorni e l'intervento del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, i migranti vengono fatti sbarcare a Trapani.

L'ultimo caso è stato quello di un barcone con 450 migranti soccorso a largo di Linosa: 176 persone vengono fatte salire sul pattugliatore ‘Protector', di Frontex, e altre 266 sul ‘Monte Sperone' della Guardia di Finanza (mentre otto fra donne e bambini arrivano direttamente a Lampedusa per ragioni di salute). Dopo il salvataggio Salvini, in un colloquio telefonico con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, suggerisce l'invio dei migranti a Malta o in Libia. La posizione poi espressa dall'esecutivo è quella di "un accordo con gli altri paesi Ue per una redistribuzione immediata dei 450. Se non ci sono risposte dai partner e in queste condizioni ai 450 non sarà consentito di sbarcare". Alla lettera inviata da Conte ai partner europei rispondono alcuni paesi (Germania, Francia, Malta, Spagna e Portogallo) che danno la disponibilità ad accoglierne 50 migranti ciascuno, mentre l'Irlanda – secondo fonti del governo – avrebbe dato la sua disponibilità per 20. “Oggi per la prima volta potremo dire che sono sbarcati in Europa”, dichiarano fonti di Palazzo Chigi ma Salvini tiene il punto: "La soluzione non è la condivisione, ma il blocco delle partenze. L'unico modo di stroncare questo business è rendere inutile mettersi in barca perché si sa che si sarà rimandati indietro".

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