Migranti, Mattarella: “Servono soluzioni nuove e coraggiose, basta provvedimenti tampone”
Per gestire i flussi migratori serve una "visione del futuro", non "provvedimenti improvvisati o tampone". Lo afferma il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in una conferenza stampa a Siracusa a fianco del presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier. Con il quale, sottolinea Mattarella, è emersa una "perfetta omogeneità di valutazione del fenomeno migratorio che non colpisce solo l’Italia". Il capo dello Stato chiede "soluzioni nuove e coraggiose, non superficiali e approssimative" e ribadisce: "Occorre uno sforzo, in cui nessuno ha la soluzione in tasca, nessuno deve dettare indicazioni agli altri, ma insieme cercarla velocemente, prima che sia impossibile governare in fenomeno".
Il tema dei flussi migratori continua a essere centrale nell'agenda globale. Del resto, è un fenomeno che interessa il mondo intero. Per quanto riguarda la dimensione europea, Mattarella sottolinea che il piano in dieci punti proposto dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, durante la sua visita a Lampedusa, siano "interessanti".
Per il presidente della Repubblica, ad ogni modo, "quello che è importante è che tutti in Europa comprendano come il problema esiste e non si rimuove ignorandolo, ma va affrontato per non lasciare il protagonismo di questo fenomeno globale ai crudeli trafficanti di esseri umani". Mattarella ha comunque sottolineato come sia una prerogativa dei governi, e non sua, trovare queste soluzioni: "L'attività è rimessa ai governi, né il presidente Steinmeier né io abbiamo competenze di governo e siamo stati sempre attenti a non superare questi limiti e questi confini. La dimensione operativa non ci appartiene, anche se la seguiamo attentamente".
Matterlla conclude ribadendo come "le regole di Dublino siano preistoria". E chiede quindi un cambio di passo: "Voler regolare il fenomeno migratorio facendo riferimento agli accordi di Dublino è come dire ‘diamo le comunicazioni in Europa con le carrozze a cavalli'. Pensare di fare riferimento, come alcuni Paesi della Ue fanno ancora, basandosi sugli accordi di Dublino è come fare un salto nel Pleistocene".