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Migranti, l’Ue dice che il nuovo decreto per Cpr in Albania è in linea con il diritto europeo

Il nuovo decreto Albania, che trasforma le strutture di Gjader e Shengjin in centri di permanenza per i rimpatri dei migranti, rispetta il diritto europeo. A confermarlo, il portavoce della Commissione Ue Markus Lammer: “Secondo le nostre informazioni, la legge italiana si applicherà al centro come finora per l’asilo. In linea di principio, ciò è in linea con la legge Ue”.
A cura di Giulia Casula
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Il nuovo decreto Albania è il linea con il diritto europeo. La conferma arriva da Markus Lammer, portavoce della Commissione Ue. "Siamo a conoscenza degli ultimi sviluppi riguardanti questo decreto e il centro in Albania. Siamo in contatto con le autorità italiane. Secondo le nostre informazioni, la legge nazionale italiana si applicherà al centro", come "finora per l'asilo". "E in linea di principio, ciò è in linea con la legge Ue", ha chiarito.

"Continueremo a monitorare l'implementazione del protocollo" e "rimarremo in contatto con le autorità italiane. E in termini di soluzioni innovative, abbiamo detto che siamo pronti a esplorarle, sempre in linea con gli obblighi del diritto dell'Ue e internazionale e dai diritti fondamentali", ha proseguito il portavoce.

La settimana scorsa il governo ha varato un decreto che modifica l'uso dei centri in Albania, trasformandoli in Cpr. Le strutture di Gjader e Shengjin dunque, saranno destinate a ospitare i migranti che hanno ricevuto un provvedimento di espulsione e non più solo coloro che devono essere sottoposti alle procedure accelerate di frontiera. In attesa della sentenza della Corte di giustizia europea sulla lista dei ‘Paesi sicuri', i centri funzioneranno come dei normali Cpr italiani, in cui i migranti destinatari di un'istanza di rimpatrio possono essere trattenuti fino a 18 mesi.

Il piano del governo per mettere in funzione le strutture in Albania (al momento vuote) risulta conforme alla normativa europea. "La conferma arrivata oggi dalla Commissione Europea sulla conformità al diritto dell'Unione dei Centri di Permanenza per il Rimpatrio realizzati in Albania rappresenta una vittoria per l'Italia e per il governo Meloni", ha dichiarato Carlo Fidanza, capodelegazione di Fratelli d'Italia-Ecr al Parlamento europeo, commentando le dichiarazioni del portavoce. "Ancora una volta, la sinistra viene smentita nei fatti: le soluzioni innovative e coraggiose per contrastare l'immigrazione illegale non solo sono possibili, ma anche compatibili con il quadro normativo europeo e internazionale", ha proseguito. La decisione di convertire i centri in Cpr infatti è stato molto criticata dalle opposizioni, che hanno letto nell'operazione del governo un tentativo di nascondere il ‘fallimento' dell'accordo siglato con Tirana. "Il protocollo con l'Albania  è la dimostrazione che si può cooperare con Paesi terzi per gestire in modo serio ed i flussi migratori, tutelare le frontiere e garantire efficacemente rimpatri. Chi ha provato a ostacolare questa iniziativa con allarmismi ideologici oggi dovrebbe fare un passo indietro e riconoscere la validità del modello italiano, che potrebbe diventare un esempio anche per altri Paesi europei", ha concluso.

Meloni a Starmer: "Dopo le critiche sempre più consensi al modello Albania"

Oggi anche la premier è tornata a insistere sul piano Albania. "Con Keir siamo d'accordo che non bisogna aver paura di immaginare e costruire soluzioni innovative, come quella avviata dall'Italia con l'Albania", ha esordito in un videomessaggio al vertice di Londra sulla lotta all'immigrazione illegale, organizzato dal premier britannico Keir Starmer. "Modello criticato all'inizio ma che ha poi raccolto sempre più consenso, tanto che oggi l'Unione europea propone di creare centri per i rimpatri nei Paesi terzi. Ciò vuol dire che avevamo ragione, e che il coraggio di fare da apripista è stato premiato".

La sicurezza dei confini "è una priorità che l'Italia e il Regno Unito condividono e che rappresenta un punto fondamentale della cooperazione bilaterale tra le nostre nazioni, perché siamo entrambi convinti che dalla sicurezza dipenda la nostra libertà, la prosperità e il benessere dei nostri popoli", ha proseguito. Ringraziando "l'amico Keir", per l'invito "a questo importante summit", Meloni ha spiegato essere d'accordo sul fatto "che la sicurezza dei confini passa anche e soprattutto dal governo dei flussi migratori e dal contrasto all'immigrazione illegale di massa. Fenomeno globale, che interessa particolarmente l'Europa, dentro e fuori i confini Ue. È il motivo per il quale i nostri governi stanno lavorando insieme da tempo per sconfiggere le organizzazioni criminali che lucrano sulla disperazione e sul legittimo desiderio delle persone di avere condizioni di vita migliori", ha aggiunto.

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