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Migranti, l’Onu contro il decreto Ong del governo Meloni: “Causerà più morti in mare”

L’Onu si schiera contro il decreto Ong del governo Meloni, approvato per limitare i salvataggi di migranti nel Mediterraneo da parte delle navi umanitarie: “Si rischiano più morti in mare”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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L'Onu è fortemente preoccupato dalle decisioni italiane sui migranti. Il caso è quello del decreto Ong, che rivede le regole del soccorso in mare per le navi umanitarie. Il testo è stato approvato alla Camera con la fiducia chiesta dal governo Meloni, e la prossima settimana sarà in Senato per il via libera definitivo. Su questo il capo delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Türk, ha espresso "serie preoccupazioni per una proposta di legge in Italia che potrebbe ostacolare la fornitura di assistenza salvavita da parte delle organizzazioni umanitarie di ricerca e soccorso nel Mediterraneo centrale, con conseguenti più morti in mare".

"Osserviamo tutti con orrore la difficile situazione di coloro che attraversano il Mediterraneo e il desiderio di porre fine a quella sofferenza è profondo. Ma questo è semplicemente il modo sbagliato per affrontare questa crisi umanitaria – ha detto Türk in una nota – La legge punirebbe efficacemente sia i migranti che coloro che cercano di aiutarli. Questa penalizzazione delle azioni umanitarie probabilmente scoraggerebbe le organizzazioni umanitarie e per i diritti umani dal compiere il loro lavoro cruciale".

"La proposta di legge prevede inoltre che le navi di soccorso umanitario si dirigano in porto immediatamente dopo ogni soccorso, rinunciando a ulteriori soccorsi anche se sono nelle immediate vicinanze di persone in difficoltà – si legge ancora nella nota dell'Onu – Allo stesso tempo, l'Italia ha recentemente designato porti di sbarco distanti per le persone soccorse in mare, a volte giorni di navigazione lontani dal sito di salvataggio originale, rendendo ancora più difficile per le navi che potrebbero tentare di effettuare più soccorsi".

"L'Alto Commissario ha affermato che la proposta di legge rischia anche di aumentare le intercettazioni e i rimpatri in Libia, un luogo che l'Ufficio per i diritti umani delle Nazioni Unite ha ripetutamente affermato non può essere considerato un porto sicuro di sbarco. In base alla proposta di legge, gli equipaggi a bordo delle navi devono registrare ogni persona che intenda chiedere protezione internazionale – ha continuato Türk – Le organizzazioni non governative che non rispettano le nuove regole sarebbero soggette a sanzioni amministrative, ammende e al sequestro della loro imbarcazione. L'Alto Commissario ha esortato il governo italiano a ritirare la proposta di legge e a consultare i gruppi della società civile, in particolare le Ong di ricerca e soccorso, per garantire che qualsiasi proposta di legge sia pienamente conforme al diritto internazionale dei diritti umani, al diritto internazionale sui rifugiati e ad altri quadri giuridici applicabili, comprese la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare e la Convenzione internazionale sulla ricerca e il salvataggio in mare".

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