Migranti, l’Italia prende tempo sull’accordo con l’Ue e Piantedosi lascia Bruxelles
Sembrava tutto fatto dopo l'apertura della Germania, arrivata ieri. Ma l'accordo europeo sul Patto su migrazione e asilo è improvvisamente di nuovo lontano. Stavolta, però, a frenare è l'Italia. Il ministro Piantedosi è andato via da Bruxelles, al termine del Consiglio Affari Interni dell'Ue, chiedendo tempo ai suoi omologhi degli altri ventisei. Per il governo italiano si è trattato di una riunione "interlocutoria", al termine della quale è "in corso un approfondimento". Il compromesso della presidenza spagnola non ha soddisfatto del tutto il governo italiano, che ha preferito tornare in patria lasciando tutti col dubbio. La situazione in Ue è cambiata nelle ultime ore, con la Germania che ha virato sul sì dopo aver fatto a lungo muro. Restano contrarie Polonia e Ungheria.
"Ho sottolineato questa mattina al Consiglio che a livello di Unione europea dobbiamo aumentare i finanziamenti per i progetti di rimpatri volontari assistiti e favorire la reintegrazione economica dei migranti nei loro Paesi di origine – ha detto Piantedosi in serata – Dobbiamo proseguire nello scambio di informazioni strategico e operativo, mentre sul fronte del contrasto ai trafficanti mi sto facendo promotore di un progetto con Europol per rafforzare le attività info-investigative".
Insomma, tutto rinviato, nonostante l'appello della presidente della Commissione Ue. "L'Italia non è intervenuta al Consiglio, lo potete vedere nella sessione pubblica – ha detto la ministra degli Interni tedesca, Nancy Feaser – le uniche contrarie pubblicamente sono state Polonia e Ungheria, l'Italia non si è espressa".
L'Anpi attacca il governo italiano sui migranti
Nel frattempo, in Italia, il governo continua a raccogliere critiche per le politiche sui migranti: "La modifica del termine di trattenimento dei migranti irregolari nei Cpr innalzato a 18 mesi, è di fatto una forma di detenzione amministrativa che contraddice lo spirito e la lettera della Costituzione – scrive l'Anpi in una nota – il pagamento di 5.000 euro da parte del migrante che non vuole essere trattenuto in un Cpr è una grottesca presa in giro perché è ridicolo il solo pensare che lo straniero sbarcato a Lampedusa richiuso nel centro d’identificazione possa andare in banca o in assicurazione per farsi rilasciare una fideiussione. Si tratta di provvedimenti varati a solo scopo propagandistico. Per di più la recentissima ‘disposizione urgente' varata dal governo prevede minori garanzie per i richiedenti asilo e minori tutele per i minori non accompagnati".
L'Associazione nazionale partigiani italiani continua il suo attacco al governo:
Davanti alle ricorrenti stragi nel Mediterraneo, il governo continua a criminalizzare le ONG anziché ripristinare una missione europea analoga a "Mare Nostrum”. La violenta e spesso offensiva polemica del governo italiano verso quello tedesco in merito ai finanziamenti alle ONG incrina i rapporti con un Paese fondamentale nei rapporti internazionali e di amicizia dell’Italia, e sferra un ennesimo colpo alla tenuta dell’unità europea.
Come dimostra l'esperienza dell'accoglienza di milioni di profughi ucraini, le grida all'emergenza e all'invasione sono false, ciniche e strumentali. Si alimentano odio, insicurezze e paure, mentre è indispensabile garantire adeguati e strutturali canali di accesso legali, per poter stroncare le reti dei trafficanti di esseri umani. La questione migratoria, anche a fronte dei rapidissimi cambiamenti del resto del mondo, in particolare in Africa e in Asia, è complessa e non si può risolvere militarizzandola; richiede una strategia europea, il pieno coinvolgimento dei sindaci, una nuova Legge quadro al posto della Bossi-Fini, seri investimenti nella rete dell’accoglienza a partire dal potenziamento del Sistema Accoglienza Integrazione. La deriva securitaria non ha mai risolto nessun problema.