Migranti: l’Italia chiede di modificare il memorandum, ma non cancellerà gli accordi con la Libia
Ai sensi dell'articolo 7, Roma ha chiesto di modificare il memorandum Italia-Libia, chiedendo (ai sensi dell'articolo 3) di riunire la commissione congiunta dei due Paesi. Sarebbe questo il contenuto di una nota trasmessa ieri da Roma a Tripoli, che in ultima istanza conferma l'intenzione del governo italiano di mantenere attivo l'accordo sui flussi migratori, chiedendo di negoziare alcune modifiche che andranno quindi definite a un tavolo congiunto.
L'annuncio segue quanto già comunicato dal ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, che aveva parlato di convocare una Commissione congiunta italo-libica per lavorare all'intesa e coinvolgere le organizzazioni internazionali. Il leader pentastellato aveva affermato che il governo "sta lavorando per modificare in meglio il Memorandum d'intesa tra Libia e Italia" sulla gestione dei flussi migratori, "in particolare nella parte riguardante le condizioni dei Centri di detenzione". Per Di Maio, l'accordo "può essere migliorato ma è innegabile come abbia contribuito attraverso il rafforzamento delle capacità operative delle autorità libiche a ridurre in maniera rilevante l'arrivo dei migranti, da 107.212 del 2017 a 2.722 all'ottobre 2019 e conseguentemente le morti in mare nel Mediterraneo centrale".
Una posizione ripresa anche dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, per cui il "memorandum ha permesso di gestire meglio i flussi migratori", e quindi "non può essere gettato a mare, ma sicuramente ci sono ampi spazi per rimediare a qualche aspetto che non si è rivelato soddisfacente".
Nei giorni scorsi un gruppo di parlamentari del Partito democratico, Italia Viva, Liberi e Uguali, +Europa e del Gruppo misto ha presentato un appello al governo, a prima firma di Erasmo Palazzotto, chiedendo di sospendere il Memorandum d'intesa fra Roma e Tripoli sulla gestione dei flussi migratori. "Il deteriorarsi della condizione di stabilità in Libia e le informazioni di cui oggi disponiamo sulla condizione dei migranti imprigionati dentro i centri di detenzione governativi e non, ci impongono di avviare una seria riflessione sulle politiche di gestione dei flussi migratori dal paese nordafricano che fino a qui il Governo italiano e l’Unione Europea hanno messo in campo. Gli accordi con la Libia contenuti nel Memorandum siglato nel 2017 e che oggi si avvia ad essere automaticamente rinnovato sono all’origine di una sistematica violazione dei Diritti Umani delle persone che tentano di fuggire da quello che è ormai considerato un vero e proprio inferno", si legge nel testo dell'appello.