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Migranti, le Sardine sostengono il progetto per una nave italiana di soccorso nel Mediterraneo

Le Sardine hanno annunciato il loro sostegno al progetto di ResQ-People Saving People, con il quale verrà messa in mare una seconda nave italiana per il soccorso umanitario nel Mediterraneo. A comunicarlo sono due dei fondatori del movimento, Mattia Santori e Giulia Trappoloni, pochi giorni prima dell’avvio della campagna di crowdfunding per la nascita di questo progetto.
A cura di Stefano Rizzuti
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Le Sardine sostengono il progetto di ResQ-People Saving People, con l’obiettivo di mettere in mare una seconda nave italiana per il soccorso umanitario. Un annuncio arrivato qualche giorno prima dell’inizio della campagna di crowdfunding per questo progetto, che partirà dal 3 ottobre. Una decisione che era stata anticipata già venerdì 25 settembre, durante un evento a Cervia in cui era presente anche Vanessa Guidi, medico a bordo di Mediterranea. L’annuncio odierno arriva da Mattia Santori e Giulia Trappoloni, due tra i fondatori del movimento della Sardine: “C'è chi impacchetta la porta di Lampedusa, così come chi dà alle fiamme il campo di Moria a Lesbo, chi insulta Carola Rackete, chi accoglie gli sbarchi con  manifestazioni di sdegno e chi firma i decreti sicurezza: non è più tempo di stare a guardare, l'indignazione non basta”.

I due esponenti del movimento delle Sardine spiegano ancora: “Per questo dopo aver sostenuto la raccolta fondi di Mediterranea, sosterremo una nuova avventura, perché non vogliamo abituarci a chi muore di fronte alle nostre coste. Speriamo di poter presto festeggiare l'inizio delle missioni di ResQ, e speriamo di poter presto festeggiare una flotta umanitaria sempre più numerosa”.

Le Sardine proseguono: “Stiamo dalla parte di ResQ, e di tutte le altre organizzazioni civili e associazioni che si occupano di salvataggio in mare, stiamo dalla parte di chi tende una mano verso chi ha bisogno, facendo un vero e proprio atto politico”. Il progetto ResQ-People Saving People è stato presentato ufficialmente il 29 luglio. Il presidente Gherardo Colombo ha spiegato che l’impegno per salvare persone in mare “risponde al dettato costituzionale: l’articolo 20 dice che le persone che nel loro Paese non possono valersi delle libertà democratiche garantite dalla nostra Costituzione hanno il diritto di essere accolte. Non è una facoltà o un privilegio. È un diritto”.

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