Migranti, la nave Geo Barents fermata e multata: è la prima volta con il nuovo decreto Ong
La nave ong Geo Barents, che fa riferimento a Medici senza frontiere, ha ricevuto una sanzione di venti giorni di fermo amministrativo e una multa di 10mila euro dalla Capitaneria di porto di Ancona. Si tratta della prima nave di una organizzazione non governativa che viene colpita dalle nuove norme del decreto Ong del governo Meloni. La Geo Barents, che attualmente si trova ad Augusta, in Sicilia, avrebbe dovuto partire questa mattina alle 8 per una nuova missione di soccorso, ma dovrà restare nel porto.
La comunicazione è arrivata dallo staff di Medici senza frontiere. "Non è accettabile essere puniti per aver salvato vite", ha poi aggiunto l'organizzazione su Twitter, sottolineando che si stanno "valutando le azioni legali da intraprendere per contestare l'accaduto".
Cos'è successo alla nave Geo Barents
Secondo quanto ricostruito, la sanzione comunicata in queste ore dalla Capitaneria di porto – che, come la Guardia costiera, dipende dal ministero dei Trasporti, guidato da Matteo Salvini – riguarda lo sbarco avvenuto il 17 febbraio ad Ancona, con 48 migranti a bordo tra cui 9 minorenni. Non, quindi, l'operazione di alcune settimane prima che si era conclusa a La Spezia. In quel caso, infatti, si era pensato che il ministero avrebbe potuto ‘punire' la Geo Barents perché aveva effettuato più di un salvataggio in mare nel corso della stessa missione.
La contestazione arrivata dalla Capitaneria di porto di Ancona, invece, riguarda il "non aver fornito tutte le informazioni richieste", secondo quanto comunicato da Msf. È ancora da chiarire nel dettaglio che cosa si intenda con questo, e nessun esponente del governo Meloni ha commentato la vicenda finora.
Il decreto Ong è stato convertito definitivamente in legge proprio ieri, con l'ultimo voto al Senato, poche ore prima che la Geo Barents venisse sanzionata. Il motivo per cui è necessaria una norma del genere, ha detto il sottosegretario agli Interni Nicola Molteni, che è bisogna "fare chiarezza tra quelle che sono le missioni di salvataggio dei naufraghi, da un lato, e quelle che sono invece attività di ricerca sistematica che rischiano di essere un fattore di attrazione di immigrazione illegale. Non vogliamo criminalizzare nessuno, ma regolarizzare un'attività di soccorso in mare che è delicata, complicata, rispetto alla quale si pongono regole, un codice di condotta".
Il decreto, comunque, è operativo da diverse settimane: il voto del Senato l'ha ‘solo' reso una legge, invece di un decreto che scade dopo due mesi. In questo lasso di tempo Geo Barents ha effettuato altre missioni e tutte si sono concluse regolarmente con l'assegnazione di un porto da parte delle autorità italiane, come nel caso di La Spezia. Lo stesso hanno fatto diverse altre navi di Ong. Il perché la contestazione sia arrivata in questo caso particolare, per adesso, non è stato definito.
Cosa dice il decreto Ong sulle regole da rispettare
La multa da 10mila euro ricevuta da Geo Barents è la più bassa possibile secondo le regole della nuova legge, dato che si va da 10mila a 50mila euro. Il fermo amministrativo, che è stato fissato in venti giorni, secondo la norma può arrivare fino a due mesi. Le nuove regole richiedono a tutte le navi che svolgono ricerca e soccorso in mare di avere specifiche autorizzazioni dallo Stato di bandiera, oltre ai requisiti tecnici per la navigazione. Una volta effettuato un salvataggio in mare, l'imbarcazione deve immediatamente dirigersi, "senza ritardi", al porto di sbarco che viene indicato dalle autorità.
In più, l'equipaggio della nave ha formalmente l'obbligo di comunicare immediatamente di aver effettuato un salvataggio, chiedere subito un porto di assegnazione e, nel corso del viaggio, chiedere alle persone migranti soccorse se abbiano intenzione di fare richiesta di protezione internazionale. Come detto, non è ancora stato chiarito quale di questi aspetti la Geo Barents non avrebbe rispettato, nella sua missione di soccorso.