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Migranti, la nave Mare Jonio è stata dissequestrata e tornerà presto in mare

“La procura della Repubblica presso il tribunale di Agrigento ha disposto il dissequestro della nave Mare Jonio di Mediterranea. Ci stiamo già preparando a ritornare al più presto in mare”, ha annunciato Mediterranea Saving Humans su Twitter. L’imbarcazione si trovava sotto sequestro presso il porto di Licata dallo scorso 12 maggio.
A cura di Annalisa Girardi
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La nave Mare Jonio della piattaforma Mediterranea tornerà presto in mare. La procura di Agrigento ha infatti disposto il dissequestro della nave, come annunciato su Twitter dalla stessa organizzazione. La pagina di Mediterranea Saving Humans infatti scrive: "La procura della Repubblica presso il tribunale di Agrigento ha disposto il dissequestro della nave Mare Jonio di Mediterranea. Ci stiamo già preparando a ritornare al più presto in mare".  La portavoce Alessandra Sciurba ha precisato: "Abbiamo bisogno dei tempi tecnici per riorganizzarci e salperemo il prima possibile". L'imbarcazione si trova ferma nel porto di Licata dallo scorso maggio, dopo essere stata posta sotto sequestro aver attraccato al porto di Lampedusa per sbarcare 30 migranti soccorsi nel Mediterraneo.

Quale settimana fa la piattaforma aveva denunciato sul proprio sito: "Mare Jonio è ferma al porto di Licata, sotto sequestro probatorio dallo scorso 12 maggio, mentre nel Mediterraneo non ci sono quasi più testimoni e ogni giorno si muore o si viene catturati dalle milizie libiche, ora guidate anche da aerei europei, e riportati nei campi di tortura. Sotto sequestro con Mare Jonio sono i desideri, i diritti, la giustizia, la speranza, il coraggio, il futuro. Liberare quella nave, rimetterla in mare, farla tornare a navigare, è una battaglia per l’umanità che riguarda ognuno di noi. Non è fermando Mare Jonio che si ferma Mediterranea. Ma Mare Jonio deve tornare subito a navigare".

A inizio luglio, anche il veliero Alex, appartenente sempre a Mediterranea Saving Humans era stato sequestrato per aver forzato il blocco delle autorità italiane ed essere entrato nel porto di Lampedusa. Un'azione volta a mettere in sicurezza le 54 persone soccorse in mare. "Siamo sicuri di aver agito nel rispetto della legge e della nostra Costituzione. Il decreto Sicurezza non è in nessun caso applicabile a navi che compiono salvataggi in mare", aveva raccontato a Fanpage.it il capomissione e deputato di LeU, Erasmo Palazzotto. Che aveva poi aggiunto:"Probabilmente però additando Salvini come unico responsabile si guarda il dito e non la luna. C'è una responsabilità europea, c'è nel non cercare una soluzione europea per il fenomeno migratorio, c'è nel non intervenire sulle politiche che il governo italiano sta mettendo in campo. Per esempio basterebbe che un solo governo che aderisce alle convenzioni internazionali dicesse che la zona Sar libica è una finzione, non ha gli elementi per essere considerata tale, perché non ha un porto sicuro".

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